DALLA NOSTRA INVIATA A SANREMO – A quanto pare John Travolta è stato “travolto” dalle polemiche per via di una liberatoria non firmata, che ci avrebbe permesso di rivederlo nelle vesti di ballerino nel Ballo del Qua Qua.
Ma la vera domanda è: chi mai vorrebbe rivedere tale scempio?
Il Festival di Sanremo è il gran galà della musica, della moda, dello spettacolo ma anche (e per alcuni soprattutto) dei pettegolezzi del giorno dopo. Perché se è vero che un bello spettacolo piace a tutti è altrettanto vero che un brutto spettacolo su cui polemizzare fino al prossimo inciampo, piace ancor di più.
A farne le spese, dopo la seconda puntata del Festival, è stato proprio Amadeus che, insieme con Fiorello ed un infastidito e contrariato John Travolta, hanno dato vita ad una pagina di spettacolo degna della migliore Tina Cipollari d’annata. Il ballo del Qua Qua, già di per sé fastidioso anche se danzato maccheronicamente da bambini, dopo pochi secondi risulta fastidioso. Se poi a “ballarlo” sono persone adulte, famose, conosciute per non essere avvezze a pessimi spettacoli e per di più accompagnati da un ospite internazionale, la voglia di cambiare canale o spegnare la tv, prendono il sopravvento sul desiderio di restare sintonizzati per vedere dove, quel ballo sgangherato, andrà a finire.
Il Travolta, messo in mezzo dai sicuri e divertiti (almeno apparentemente) padroni di casa, si rifiuta, e per fortuna, di indossare il cappello da papera ma non può esimersi di mimare le movenze programmate in scaletta e con la faccia schifata di chi sa che sta mettendo in gioco la sua dignità, conta i secondi che lo separano dalla fine dello straziante siparietto a suon di Qua Qua.
All’indomani di una puntata segnata dalla bellezza umana del maestro Giovanni Allevi e dalla grazia e dalle mille virtù di Giorgia, nonché dalle performance dei cantanti in gara, è un vero peccato che si parli tanto e forse troppo solo dell’inciampo Travolta, sul quale la Rai precisa non avere investito denaro ma si difende anche prendendone le distanze circa la pubblicità (presunta occulta) delle scarpe indossate dall’attore.
Quando si dice “mettersi nelle scarpe degli altri!”
Silvia Trupo