DALLA NOSTRA INVIATA A SANREMO – È salita sul palco dell’Ariston come una veterana, Angelina Mango, classe 2001 e lucana Doc, lei che con un cognome così importante avrebbe potuto subire il peso del confronto ha, invece, sovvertito ogni forma di inibizione dando vita ad un vero e proprio personalissimo show.
“La noia”, questo il titolo del brano che ha presentato in concorso al settantaquattresimo Festival della Canzone Italiana, è stato scritto dalla stessa Angelina con Madame e Dardust, dando vita ad un mix di sonorità latine ed elettroniche che hanno infiammato l’Ariston in ogni ordine di posto.
Il testo sembra essere un inno proprio alla noia, un’emozione che la cantante osanna ritenendola costruttiva perché dopo averla provata deve necessariamente nasce qualcosa di buono.
Quanti disegni ho fatto
Rimango qui e li guardo
Nessuno prende vita
Questa pagina è pigra
Vado di fretta
E mi hanno detto che la vita è preziosa
Io la indosso a testa alta sul collo
La mia collana non ha perle di saggezza
A me hanno dato le perline colorate
Per le bimbe incasinate con i traumi
Da snodare piano piano con l’età
Eppure sto una pasqua guarda zero drammi
Quasi quasi cambio di nuovo città
Che a stare ferma a me mi viene
A me mi viene
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Quanta gente nelle cose vede il male
Viene voglia di scappare come iniziano a parlare
E vorrei dirgli che sto bene ma poi mi guardano male
Allora dico che è difficile campare
Business parli di business
Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti
Princess ti chiama princess
Allora adesso smettila di lavare i piatti
Muoio senza morire
In questi giorni usati
Vivo senza soffrire
Non c’è croce più grande
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Allora scrivi canzoni?
Si, le canzoni d’amore
E non ti voglio annoiare
Ma qualcuno le deve cantare
Cumbia, ballo la cumbia
Se rischio di inciampare almeno fermo la noia
Quindi faccio una festa, faccio una festa
Perché è l’unico modo per fermare
Per fermare
Per fermare, ah
La noia
La noia
La noia
La noia
Muoio perché morire
Rende i giorni più umani
Vivo perché soffrire
Fa le gioie più grandi
Non ci resta che ridere in queste notti bruciate
Una corona di spine
Sarà il dress-code per la mia festa
È la cumbia della noia
È la cumbia della noia
Total
Ah, è la cumbia della noia
La cumbia della noia
Total
Total
La cantante nel suo brano, racconta con ogni probabilità, la sua personale esperienza legata ad un passato doloroso, un passato che ancora oggi pesa come una corona di spine sulla testa. Eppure lei, bambina incasinata e con dei traumi, ha superato tutto e oggi, con una spiccata personalità ed un bagaglio enorme sulle spalle, balla con eleganza, fierezza e determinazione sulle note di una canzone fatta su misura per lei.
Angelina arriva sul palco con una falcata decisa, nonostante la sua giovane età e spacca: il suo corpicino, minuto ma estremamente armonioso è avvolto in un lungo abito aderente color cipria con ricami neri e mentre balla sinuosa, muove una treccia di tessuto legato all’abito. La Mango canta, balla, ammicca alla telecamera con la saggezza di chi ha calcato quel palco da anni e, invece, per lei è stata solo la prima volta. Non c’è che dire, buon sangue non mente.
Silvia Trupo