Il Consiglio provincia di Matera ha approvato all’unanimità una delibera con la quale manifesta netta contrarietà all’applicazione del DM 127-23 e al taglio delle dirigenze scolastiche in esso previste, taglio che colpirebbe un territorio soggetto a spopolamento e con il 91% dei comuni della provincia totalmente montani o svantaggiati. Per l’ente guidato dal presidente Piero Marrese, infatti, va confermato il piano di dimensionamento scolastico in vigore e l’attuale numero di dirigenze. Manifestato parere contrario anche verso i criteri proposti dalla Regione Basilicata in quanto il Consiglio ritiene che l’azione del piano di dimensionamento “non può essere volta solo al mero contenimento della spesa, ma va anche finalizzata a soddisfare le esigenze culturali e pedagogiche del territorio per migliorare la qualità dell’offerta formativa e la riduzione della dispersione scolastica”. Il tutto anche per “scongiurare l’impoverimento dell’organizzazione didattica e socio-culturale che nuocerebbe in modo grave a tutta la nostra comunità scolastica e non solo, in quanto l’azione di dimensionamento deve costituire un punto di riferimento per adeguate azioni finalizzate al miglioramento dell’offerta didattica e formativa in favore dei discenti”.
L’assemblea ha poi sensibilizzato “le istituzioni regionali e ministeriali sulla necessità di mantenere e rafforzare la presenza della scuola sui territori, quali irrinunciabili presidio e diritto di cittadinanza e strumento per garantire la migliore organizzazione dell’offerta formativa, anche alla luce dell’importante impegno dell’amministrazione provinciale sia in termini organizzativi, sia di investimenti e realizzazioni sul patrimonio edilizio scolastico di competenza. Inoltre, alla Regione Basilicata è stato chiesto di “prevedere adeguate risorse da destinare ai trasporti, al fine di programmare l’offerta scolastica con indispensabili e necessari servizi soprattutto alla luce dell’evidente inadeguatezza dei trasporti pubblici locali in capo alla Regione stessa, rispetto alle esigenze degli studenti pendolari frequentanti soprattutto gli istituti superiori che favorisce il drammatico fenomeno della dispersione scolastica”.
Il presidente Marrese ha rimarcato: “E’ dimostrato che gli istituti comprensivi comprendenti diversi piccoli e medi comuni portino all’impossibilità oggettiva per il dirigente di essere presente con regolarità, anche a causa dei tempi di percorrenza. Tutto questo impoverisce la comunità scolastica di un presidio a cui anche sindaci e mondo associativo fanno costante riferimento. I dirigenti scolastici sono motore dell’animazione socio-culturale delle nostre piccole comunità anche attraverso la candidatura, o la partecipazione quale partner, di progetti ad avvisi pubblici, spesso banditi proprio dal MIUR, che prevedono attività per il contrasto al disagio ovvero al miglioramento dell’attività didattica anche outdoor: l’assenza di un dirigente scolastico, ovvero la sua presenza in un ambito troppo vasto, potrebbe quindi far perdere ai nostri studenti, ai nostri figli, tantissime occasioni di miglioramento delle abilità.
Dobbiamo evitare che il piano sul dimensionamento venga applicato perché, in caso contrario, ne risulterebbe svilito il diritto allo studio nel territorio e verrebbe ad acuirsi un impoverimento socio-culturale delle nostre comunità, costituite prevalentemente da piccoli comuni che si vedrebbero privati di una istituzione che anima la comunità scolastica.
La Regione e il Governo ci ascoltino, rispettando richieste ed esigenze dei territori”, ha concluso Marrese.