La norma che impone il dimensionamento scolastico è un’incomprensibile taglio di risorse finanziarie e professionali a danno della scuola pubblica.
La portata di tale misura normativa deliberata dal governo che determinerà il completo stravolgimento della rete scolastica, ad esclusivo danno degli studenti, è ancor di più evidente nelle situazioni di maggiore disagio sociale e nei territori come quello della Basilicata in cui gran parte della popolazione è dislocata nelle aree interne e montane.
Ma quel che è peggio è che al danno, per la Basilicata e per la Provincia di Matera, si aggiunge anche la beffa.
Il presidente Bardi e la sua maggioranza, infatti, evidentemente troppo impegnati a programmare la prossima campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale e l’elezione del Presidente, ha stabilito di non svolgere alcuna azione volta a contrastare il Decreto Interministeriale n.127 del 30 giugno 2023, che pure imporrà alla scuola lucana il taglio più alto d’Italia, con una riduzione nella Provincia di Matera di ben undici dirigenze scolastiche.
Queste scelte sciagurate, indicano la cifra dello scarso valore che il Governo Meloni riconosce all’istruzione, calpestando in maniera grave il concetto stesso di scuola pubblica, di uguali opportunità tra i cittadini e di diritto allo studio.
La nostra, non è una presa di posizione contro gli sprechi o contro l’esigenza di riorganizzare alcuni settori della struttura pubblica, e naturalmente, non siamo contrari a prescindere alle riforme o alle modifiche normative di settori importanti come quello scolastico.
Siamo consapevoli che un riordino “dell’apparato scuola” sia necessario anche per rispettare parametri ed esigenze di carattere sovranazionale, ma siamo convinti che una soglia più bassa di quella stabilita dal Governo (quasi novecento studenti per poter avere una dirigenza scolastica) rispetto al numero medio di alunni per istituto e la salvaguardia degli istituti scolastici situati nei Comuni montani e nelle aree interne sia, quantomeno necessario per veder applicata la garanzia generale del diritto allo studio ugualitario.
L’attuale numero medio di alunni per istituto, infatti, previsto con la Legge di Bilancio dello Stato 2022 per gli anni scolastici 2022-2023 e 2023-2024 prevede, per avere un proprio Dirigente e DSGA, il numero minimo di 600 studenti e di 400 nelle comuni montani abbassato però come nell’anno scolastico 2021-2022 a 500 e 300.
Riteniamo, dunque, che il depotenziamento indiscriminato delle istituzioni scolastiche, così come delineato nei modi e nelle forme del Decreto Interministeriale del Governo Meloni, indurrà inevitabilmente ed ulteriormente lo spopolamento delle aree interne e l’emigrazione delle famiglie verso i centri più popolosi, acuendo lo squilibrio sociale ed economico connaturato alla perdita di servizi, di cui sono vittime incolpevoli un gran numero di cittadini lucani.
La federazione di Matera del Partito Democratico considera la scuola pubblica il baluardo essenziale della cultura, della crescita umana e sociale dei territori.
Non possiamo rimanere in silenzio di fronte all’indifferenza di chi ritiene di poter umiliare i diritti dei Lucani ed è per questo che la nostra direzione provinciale esprime assoluta contrarietà al taglio indiscriminato della scuola pubblica.
Al Presidente Bardi ed a tutta la maggioranza del Consiglio Regionale di Basilicata facciamo giungere in maniera netta il nostro dissenso rispetto all’attuazione del Decreto Interministeriale n.127 del 30 giugno 2023.
Voi, se ne avete il coraggio fatelo!
Noi, però, saremo sempre dalla parte dell’istruzione pubblica e accessibile a tutti con gli stessi diritti.