Domenica, al Rigamonti di Muro Lucano, contro il Miglionico, un ragazzo del 2005 ha deliziato i tifosi del Marmo Platano con due perle di pregevole fattura. Manuel Zeccola ha cuore, testa e carattere e mister Grieco l’ha inserito negli 11 titolari. Per nulla intimidito, “l’enfant prodige” direbbero quelli bravi, ha indossato la maglia, è entrato in campo e, quando è arrivata la palla giusta tra i piedi, con una freddezza da veterano dell’area di rigore, ha piazzato il colpo da biliardo. Da quel momento è stato un crescendo e il secondo goal non si è fatto attendere: una rasoiata dal limite dell’area implacabile, inesorabile, insindacabile. Manuel Zeccola ha sempre vissuto con un sogno in tasca: giocare al calcio.
Quando lo si vedeva toccare la palla nei campionati giovanili, la consapevolezza di assistere alla crescita di un piccolo talento infondeva speranza in coloro i quali credevano in lui. I continui sacrifici, gli allenamenti interminabili al freddo e al gelo, i sabati sera a letto presto, le trasferte cariche di tensioni sono tappe della vita ineludibili per chi gioca per quell’attimo di gioia irrefrenabile, inebriante, magico. Era gracile ma aveva coraggio, con raffinatezza disorientava gli avversari, con astuzia portava lo scompiglio ovunque. Domenica, sotto gli occhi bagnati dall’emozione di chi ha creduto in lui, Manuel Zeccola ha brillato come un diamante senza incrostazioni, riempiendo il cuore d’orgoglio di una società impegnata a costruire il futuro, basandosi su solide certezze.