La nota di Arnaldo Lomuti è un rito stanco da vecchia politica, contenuti e toni da prima repubblica, detto e non detto da democristiano consumato.
Al netto della nota di Lomuti, che rivendica senza dire cosa (che noia…) e che possiamo archiviare come la solita tattica pre-elettorale (Avanti il prossimo), il discorso é generale.
Per tornare alla politica in senso più ampio, alla generalità delle questioni, la richiesta del partito X a vedersi riconosciuto il proprio peso, la rivendicata priorità del programma (alzi la mano chi ha letto un programma elettorale in vita sua…), il rispetto della propria compagine politica sono ormai tutti riti stanchi della vecchia politica non applicabili ai tempi che viviamo e che finiscono solo per palesare la propria debolezza e la propria disperazione.
La politica oggi é polarizzazione, competizione e posizionamento. Ci piace? No. Oggi va così? Si.
Dagli USA alle comunali del paesino, ormai funziona così. La dissimulazione democristiana funzionava nel mondo analogico, oggi non potrebbe. Il limite é tecnico, non politico.
Per tornare alla nota di Lomuti, il rischio del M5S é di fare un’operazione politicista di vertice, chiusa a Roma da Chiorazzo e Conte, con tanto di sigillo, ma poi senza che gli elettori lucani li seguano. Piccolo dettaglio. Con il rischio di finire a una cifra, perdere comunque le regionali e sparire dalla scena politica lucana. A Roma della Basilicata gliene frega poco o nulla, a Matera magari i grillini sperano con le operazioni di Palazzo di salvare l’insalvabile, ma gli elettori lucani del M5S non voteranno un’ipotesi come quella di Chiorazzo, il quale potrebbe avere un noto ed enorme conflitto di interesse con la Regione e non certo per caso unisce tutta la vecchia politica lucana contro la quale é nato il M5S in Basilicata.
Un bel cul de sac.