Non ci fu alcun porno ricatto ai danni dell’allora assessore del Comune di Potenza, Giovanni Salvia, da parte del, all’epoca dei fatti (2015), direttore editoriale di Radio Potenza Centrale e responsabile della Comunicazione dei Popolari per l’Italia, Giuseppe Postiglione. Lo ha stabilito il collegio penale, presieduto dal Presidente del Tribunale di Potenza, Rosario Baglioni, che ha assolto Postiglione dalla accusa di tentata estorsione.
La contestazione, infatti, era che Postiglione non avesse consigliato a Salvia di dimettersi in quanto era inopportuno che mantenesse la carica di assessore comunale allo Sport e alle Politiche giovanili dopo che era circolato sui social un video in cui sarebbe stato dedito ad auto erotismo, ma che lo avesse fatto per un non dimostrato e impossibile tornaconto personale.
Alla fine ha prevalso la verità dimostrata dalla linea difensiva del prof. Donatello Cimadomo, difensore di Giuseppe Postiglione: non ci fu nessun tentativo di estorsione perché nessun beneficio personale diretto poteva esserci per Postiglione da quelle dimissioni. Secondo quanto emerso nel corso del dibattimento, quindi, Postiglione avrebbe agito per fini non estorsivi, anzi. Tanto più che Salvia non si dimise mai, ma fu poco dopo cacciato dall’allora sindaco di Potenza, Dario De Luca, per far posto a un altro nome indicato dai Popolari di Aurelio Pace, Mariangela Faggella. Dunque si è appurato, dopo anni di udienze e testimonianze, come anche lo stesso Pace ha dichiarato nel processo in qualità di teste, che non c’era alcuna volontà estorsiva, tutt’al più – come si dice in gergo comunicativo e politico – “voglia di dare fastidio”.
Su queste basi, il Tribunale del capoluogo lucano ha scagionato Giuseppe Postiglione dall’accusa di tentata estorsione ai danni di Giovanni Salvia. Escludendo di poter procedere nei suoi confronti anche riqualificando il fatto di aver tentato “di dare fastidio” (cosiddetta violenza privata) per intervenuta prescrizione.
D’altro canto, anche le indagini preliminari dimostrarono l’infondatezza di alcune accuse, tipo quella relativa alla registrazione audio sul telefonino fornito dall’accusatore Salvia, costituitosi parte civile con l’avvocato Raffaele Roccanova, dell’ipotetico tentativo di estorsione. Quella registrazione non fu mai ritrovata sul cellulare di Salvia, nemmeno tra i file cancellati e nel registro attività di quel giorno, nonostante accertamenti tecnici e diverse consulenze, una delle quali ha addirittura ritenuto che quel giorno non venne mai attivata da Salvia nessuna registrazione. Nonostante lo stesso abbia poi dichiarato che fosse certo di aver registrato, salvo poi cancellare il file per far posto a altre registrazioni, cosa singolare se si pensa all’importanza della stessa. Senza dimenticare che a un certo punto, cosa anche questa smentita dai fatti, come chiunque bazzichi la rete può certamente conoscere, si voleva addirittura immaginare che dietro quei profili fake, che spesso contattano ognuno di noi sui social, ora per provare a venderte un prodotto finanziario, ora per far ricevere le eredità di un lontano parente previa commissione o appunto chiedendo di andare in chat per un po’ di erotismo, ci fosse proprio Giuseppe Postiglione.
Scagionato anche l’altro imputato, il fratello Antonio Postiglione, difeso dall’avvocato Giovanni Rumma, nella sua qualità di amministratore di Radio Potenza Centrale: «assolto perché il fatto non sussiste».
Finisce così, un’epopea durata molti anni per Giuseppe Postiglione. Le vicende giudiziarie che lo hanno visto sempre assolto, iniziarono infatti nel 2009 con i riflettori accesi, qualche volta anche con le sembianze non dimostrate di accanimento, iniziato con la vicenda Potenza Calcio, passando per altre accuse e culminata negli anni successivi col caso Salvia. E che portarono anche ad alcune interdittive societarie, oggi sospese dallo stesso Tribunale di Potenza. Vicende dalle quali ieri, come oggi, Giuseppe Postiglione è sempre stato scagionato. Con quest’ultimo tassello, l’editore può andare ancor di più ora a testa alta, che che ne dica qualche malalingua concorrente e interessata, non avendo più carichi pendenti così ingombranti e con la fedina penale immacolata, tanto da aver chiesto e ottenuto la riabilitazione dal competente Tribunale anche per qualsiasi ulteriore residuale e minore vicenda.