L’OPI – Ordine delle Professioni Infermieristiche – di Matera si era già così espresso a proposito di precedenti scritti pubblicati dalla segreteria FIALS di Matera ove pure dalla stessa veniva invocato un modo di fare e di comunicare civile, dignitoso, corretto e non tristemente volgare nei toni e nei contenuti.
Le litanie, qui intese come monotona e fastidiosa filastrocca, lamentela insistente; talvolta, per antifrasi, seguito di espressioni volgari e irriverenti; e la mania, mai sopita di autocommiserarsi, non rendono un buon servizio né al segretario Sciannarella né alla FIALS che dice di rappresentare, perché non convincono nessuno, neanche l’autore ignoto dell’articolo pubblicato su Sassilive – economia e lavoro – che avrebbe sì potuto rendere un buon servizio all’Organizzazione in parola se solo si fosse rifiutato di partecipare ad una crociata dai contorni molto labili e poco limpidi: avrebbe potuto essere l’occasione per riflettere volgendosi ad esempi edificanti e non alla banda dei soliti ignoti.
Ma, come si dice, al peggio non c’è limite.
Ora, quasi per nemesi storica, l’alfiere Giovanni Sciannarella, si offre come martire dell’assoluta libertà di parola e gli addetti alla solidarietà furba ed a buon mercato subito si prostrano per difenderlo. Per fortuna c’è l’equivoco, leggete bene – l’equivoco – perché il comune, ma attento, cittadino resta sconcertato e si chiede cosa c’entri il concetto di libera espressione delle proprie opinioni con l’offesa gratuita, il dileggio continuo compiuto con un mezzo così potente qual è quello della stampa. L’opinione, espressa col dovuto rispetto, è tutt’altro e non sfiora nemmeno la celebrazione secondo i canoni normativi dell’assemblea annuale degli iscritti all’OPI di Matera!
E’ verità assoluta che esiste, e deve esistere è anche vero, un responsabile per gli articoli pubblicati da una testata giornalistica, soprattutto se si consente ad un anonimo di scrivere tutto quello che gli sfreccia nella mente. Il deformare una notizia si può configurare come un comportamento da tutelare in nome della civiltà costituzionale? Neanche per sogno.
Le parole sono pietre e possono fare molto male; lo capirebbe anche un bambino. Con le parole sono stati distrutti paesi e civiltà (basti pensare alla retorica con cui i dittatori infiammano le masse). Quindi, vanno usate con cautela; ogni notizia va verificata ed ogni termine va soppesato. Ne va della dignità di tutti e, soprattutto, di una professione, quella infermieristica, che richiede e vuole una informazione seria, ponderata ed attendibile.
Ma chi volete che creda all’ossimoro che il provvedimento disciplinare de quo sia stato inflitto al segretario FIALS di Matera?.
Il destinatario della sanzione disciplinare è il dr. Giovanni Sciannarella, infermiere iscritto all’albo dell’OPI di Matera! Questa è l’unica precisazione che vale la pena
evidenziare a fronte di tante altre inesattezze. Ci siamo convinti che non ne vale la pena. Eppure, in una precedente occasione avevamo finanche scomodato il catechismo della Chiesa cattolica nella parte in cui contempla, tra i suoi insegnamenti, la pratica delle opere di misericordia spirituali, uno strumento di aiuto al prossimo in funzione della facoltà che si rivela debole o manchevole.
Abbiamo riferito che “coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre” (Dn 12, 3); ed ancora che la vita dell’uomo era (è) una continua ricerca non dell’utile ma della verità”.
Avevamo ricordato che la conoscenza non è semplicemente un fatto intellettuale, ma ha un valore etico fondamentale. Parole buttate al vento! Non si è compreso che il nocciolo della questione, sempre dal punto di vista del semplice cittadino, non è la libertà di opinione, ma il principio della responsabilità che non avvilisca le coscienze. Ma non importa.
Se si vuole percorrere la strada della serietà e del rispetto, si deve iniziare ad imparare, appena possibile, cosa significhi responsabilità.
Chi, invece, si avvolge con i panni del martire e impreca a destra ed a manca, si trasforma in una maschera, incolpevole di tutto, vittima di congiure e storture di cui si avvede solo quando si dichiara, da solo, direttamente colpito, pronto a puntare il dito per scansare ogni responsabilità.
Come un bambino: e rimane il cumulo di bugie e falsità portate a conoscenza di una moltitudine di soggetti!
Sapremo far valere la verità.