«I bonus edilizi andrebbero impiegati per il miglioramento delle abitazioni delle famiglie incapienti, consentendo loro di continuare ad utilizzare lo sconto in fattura e la cessione del credito». Questa la posizione della Cisl e della Filca, ribadita nei giorni scorsi in un convegno a Roma, dopo la decisione del Governo di vietare il ricorso, salvo alcune eccezioni, alla cessione del credito e allo sconto in fattura in relazione al superbonus 110% e agli altri bonus edilizi, lasciando come unica modalità quella della detrazione fiscale. Anche in Basilicata la Cisl e la Filca sollecitano modifiche al DL 11/2023, attualmente in discussione in Parlamento, «per dare soluzioni strutturali agli incentivi e renderli sostenibili ed equi e per risolvere con la massima urgenza la questione dei crediti incagliati che mette a repentaglio la liquidità delle imprese e i posti di lavoro», spiega il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo.

 

Tra le proposte del sindacato, quella di stabilire dei budget annui, la possibilità di modulare le percentuali in funzione del reddito e della classe energetica, focalizzando le risorse sui condomini popolari e su quelle realtà in cui gli interventi sono davvero necessari e urgenti. «In questo modo – continua il segretario della Cisl – si otterrebbe un duplice risultato: continuare a sostenere la filiera delle costruzioni che in questi anni ha investito e creato occupazione; rendere più sostenibili e inclusive le nostre città intervenendo in particolare sulle fasce a basso reddito che vivono in condomini e case popolari di classe energetica bassa e quindi anche più onerosi in termini di costi delle utenze per il riscaldamento. L’efficienza energetica delle abitazioni, infatti, ha effetti diretti sulle condizioni economiche e di salute delle persone, ecco perché riteniamo che le misure finalizzate all’efficientamento energetico del patrimonio abitativo debbano tenere conto sia delle esigenze ambientali che di quelle sociali», avverte Cavallo.

 

Intanto, la Filca Cisl apre alla riforma del codice degli appalti approvata nei giorni scorsi in Consiglio dei ministri. Per il segretario generale Angelo Casorelli «le nuove norme in materia di appalti pubblici tendono a garantire nel complesso l’interesse prioritario alla realizzazione delle opere tutelando allo stesso tempo i diritti dei lavoratori. A nostro avviso c’è lo spazio per apportare alcuni correttivi e affinamenti per rendere questo strumento ancora più equo ed efficace, a garanzia della qualità del lavoro e delle risorse pubbliche, in un’ottica di sostenibilità non solo ambientale ma anche e soprattutto sul piano economico e sociale».

 

Secondo il sindacalista della Filca Cisl lucana «tra gli aspetti positivi c’è il fatto che le nuove norme prevedono l’applicazione obbligatoria del contratto nazionale maggiormente rappresentativo a tutta la filiera, compreso il subappalto, un aspetto di attenzione fondamentale al mondo del lavoro per il mantenimento degli standard retributivi e contributivi e la sicurezza per i lavoratori». Tuttavia, secondo Casorelli, «per una concreta riforma del sistema dei contratti pubblici non basta cambiare le norme ma serve investire sulla formazione degli operatori, sulla riqualificazione delle stazioni appaltanti, sui processi di digitalizzazione e sulla piena interoperabilità delle banche dati pubbliche».