Lavori in corso nell’area dei cattolici popolari, di Potenza città, che si riconosce nel progetto politico del cosiddetto Terzo polo. Venerdi 10 marzo scorso nella sede dell’associazione Angilla Vecchia a Potenza, infatti, si è svolto un incontro sul futuro della città capoluogo all’interno della cornice politica dei moderati cattolici di centro. Numerose le presenze illustri tra cui quella di, Gaetano Fierro del movimento Grande Lucania, vero ‘ispiratore’ della serata. Della partita anche il consigliere regionale Mario Polese di Italia Viva e il segretario regionale di Azione, Donato Pessolano. Hanno partecipato al dibattito il consigliere comunale Franco Flore, il segretario cittadino di Italia Viva, Bruno Saponara insieme al presidente dell’assemblea cittadina sempre di Iv Domenico Iacobuzio e il componente della segreteria regionale renziana Massimo Maria Molinari. Tra gli ospiti l’ex sindaco di Potenza – che ha ricordato di essere stato l’ultimo primo cittadino e segretario di Potenza della Dc – Rocco Sampogna, il docente universitario Sergio De Franchi, il professor Paolo Albano. Interventi di spessore anche da parte di Nicola Pascale e Gianfranco Mancini.
Al netto delle dinamiche politiche che vedono l’area dei moderati cattolici insieme a Iv ed Azione interessati a capire gli sviluppi di un nuovo soggetto politico nazionale, l’incontro di venerdì ha affrontato la difficile situazione in cui versa il centro storico della città capoluogo dal punto di vista economico e culturale. Si è trattato del primo incontro a tema. Altri ne seguiranno.
In sintesi tutti hanno condiviso che il centro storico di Potenza vive una crisi ormai decennale arrivata a un punto estremo. Tra i vari problemi sottolineati c’è quello “di un cuore storico ormai non più attrattivo da un punto di vista commerciale e svuotato anche di molti servizi essenziali”. La mancanza di parcheggi e la poca funzionalità dei trasporti pubblici completano un quadro fosco “con un rilancio che si fa fatica a intravedere anche solo da un punto di vista programmatico”.
L’analisi è partita dallo stato dell’arte: il quartiere centro storico è il problema della città, che però non può essere risolto solo al livello amministrativo municipale. “Servirebbe un impegno di collaborazione tra enti come la Regione, l’Università e la Camera di Commercio che, in virtù della loro delocalizzazione negli anni trascorsi hanno contributo allo svuotamento del centro storico”. Secondo le varie voci e i vari interventi è emerso che la situazione andrebbe affrontata e risolta “con una larga concertazione che superi gli interessi di parte e guardi la comunità come un destinatario da assecondare nelle sue esigenze primarie”. Tra le ‘ricette’ indicate spiccano la riorganizzazione dei trasporti pubblici e della scale mobili per il loro buon funzionamento; un ripensamento dell’offerta culturale del centro che parti da un nuovo protagonismo del Teatro Stabile e degli altri importanti contenitori presenti con il coinvolgimento la rivalutazione dei luoghi della cultura come i cinema, i teatri, le associazioni, il Museo archeologico, il museo diocesano, la Sala dei Celestini, le scuole e altre. “E ancora bisognerebbe riportare nel centro storico alcuni servizi importanti tra l’Ufficio anagrafe, una postazione fissa della Polizia municipale e l’Ufficio postale”.
Un ragionamento a parte ha interessato “il tema parcheggi” che, secondo i partecipanti all’incontro, merita un supplemento di istruttoria partendo dall’auspicato abbattimento della Scuola media Torraca e l’avvio di una consultazione con i proprietari del Cinema Ariston: due luoghi che potrebbero in via definitiva risolvere il problema dei parcheggi in città con la realizzazione di moderni parcheggi multipiano.
Altro tema ampiamento discusso è quello della decentralità dell’Università rispetto al cuore della città. Tra le proposte emerse c’è quella di promuovere lo spostamento del Rettorato nelle vicinanze di via Pretoria.
Altra questione, su cui però le opinioni sono molto ampie, è quella della qualità della vita in centro che richiederebbe maggior pulizia e un innalzamento del decoro di via Pretoria. “Ridotta – secondo molti – ad essere un bivacco legalizzato come pure i vicoli annessi”.
Ultima proposta è stata quella dell’uso di piazza Prefettura, durante il periodo invernale e attraverso una fase sperimentale di pochi mesi, come parcheggio pubblico. “Una decisione sicuramente complicata – hanno chiarito alcuni tra cui Fierro – ma che se valutata senza esasperati pregiudizi potrebbe essere la chiave di volta per dar un sostegno alle categorie dei commercianti e artigiani, oggi in chiara difficoltà”. La questione, seppur certamente ‘divisiva, rappresenterebbe nell’immediato, in attesa di soluzioni più idonee, una delle poche soluzioni possibili per rendere il centro storico più raggiungibile dai potenziali clienti considerato che negli ultimissimi anni 80 negozi hanno chiuso i battenti ed i rimanenti sono in sofferenza.
Al netto delle dinamiche politiche che vedono l’area dei moderati cattolici insieme a Iv ed Azione interessati a capire gli sviluppi di un nuovo soggetto politico nazionale, l’incontro di venerdì ha affrontato la difficile situazione in cui versa il centro storico della città capoluogo dal punto di vista economico e culturale. Si è trattato del primo incontro a tema. Altri ne seguiranno.
In sintesi tutti hanno condiviso che il centro storico di Potenza vive una crisi ormai decennale arrivata a un punto estremo. Tra i vari problemi sottolineati c’è quello “di un cuore storico ormai non più attrattivo da un punto di vista commerciale e svuotato anche di molti servizi essenziali”. La mancanza di parcheggi e la poca funzionalità dei trasporti pubblici completano un quadro fosco “con un rilancio che si fa fatica a intravedere anche solo da un punto di vista programmatico”.
L’analisi è partita dallo stato dell’arte: il quartiere centro storico è il problema della città, che però non può essere risolto solo al livello amministrativo municipale. “Servirebbe un impegno di collaborazione tra enti come la Regione, l’Università e la Camera di Commercio che, in virtù della loro delocalizzazione negli anni trascorsi hanno contributo allo svuotamento del centro storico”. Secondo le varie voci e i vari interventi è emerso che la situazione andrebbe affrontata e risolta “con una larga concertazione che superi gli interessi di parte e guardi la comunità come un destinatario da assecondare nelle sue esigenze primarie”. Tra le ‘ricette’ indicate spiccano la riorganizzazione dei trasporti pubblici e della scale mobili per il loro buon funzionamento; un ripensamento dell’offerta culturale del centro che parti da un nuovo protagonismo del Teatro Stabile e degli altri importanti contenitori presenti con il coinvolgimento la rivalutazione dei luoghi della cultura come i cinema, i teatri, le associazioni, il Museo archeologico, il museo diocesano, la Sala dei Celestini, le scuole e altre. “E ancora bisognerebbe riportare nel centro storico alcuni servizi importanti tra l’Ufficio anagrafe, una postazione fissa della Polizia municipale e l’Ufficio postale”.
Un ragionamento a parte ha interessato “il tema parcheggi” che, secondo i partecipanti all’incontro, merita un supplemento di istruttoria partendo dall’auspicato abbattimento della Scuola media Torraca e l’avvio di una consultazione con i proprietari del Cinema Ariston: due luoghi che potrebbero in via definitiva risolvere il problema dei parcheggi in città con la realizzazione di moderni parcheggi multipiano.
Altro tema ampiamento discusso è quello della decentralità dell’Università rispetto al cuore della città. Tra le proposte emerse c’è quella di promuovere lo spostamento del Rettorato nelle vicinanze di via Pretoria.
Altra questione, su cui però le opinioni sono molto ampie, è quella della qualità della vita in centro che richiederebbe maggior pulizia e un innalzamento del decoro di via Pretoria. “Ridotta – secondo molti – ad essere un bivacco legalizzato come pure i vicoli annessi”.
Ultima proposta è stata quella dell’uso di piazza Prefettura, durante il periodo invernale e attraverso una fase sperimentale di pochi mesi, come parcheggio pubblico. “Una decisione sicuramente complicata – hanno chiarito alcuni tra cui Fierro – ma che se valutata senza esasperati pregiudizi potrebbe essere la chiave di volta per dar un sostegno alle categorie dei commercianti e artigiani, oggi in chiara difficoltà”. La questione, seppur certamente ‘divisiva, rappresenterebbe nell’immediato, in attesa di soluzioni più idonee, una delle poche soluzioni possibili per rendere il centro storico più raggiungibile dai potenziali clienti considerato che negli ultimissimi anni 80 negozi hanno chiuso i battenti ed i rimanenti sono in sofferenza.