“Caro Presidente Bardi. Si rincorrono voci, da qualche mese, di un probabile incarico di assessore regionale al sottoscritto. Manca poco più di un anno alla scadenza elettorale, bisogna accelerare per affrontare le emergenze croniche che tormentano questa regione. Il tempo delle decisioni si è dilatato a dismisura a causa dell’altra candidatura dello stesso partito di Forza Italia. Mi sono chiesto in questo quattro mesi: dov’è Forza Italia in questa Regione? Nessuno ha convocato tavoli o promosso incontri per chiedere opinioni, per condividere proposte, per esplorare possibili soluzioni o rinunce.
Forza Italia, in questa regione è, ormai, un partito impalpabile, inconsistente, evanescente. Le criticità regionali, però, non ammettono tempi dilatati, meritano risposte e decisioni in tempo reale, ma Forza Italia in regione Basilicata ha sembianze ormai virtuali, unicamente concentrato, da ottobre ad oggi, nella difesa dell’interesse del singolo esponente che, non eletto nelle ultime consultazioni politiche, ha riversato la sua attenzione su un posto da occupare, a qualsiasi costo, anche a rischio di provocare la paralisi della politica agricola regionale. La mia Coscienza mi richiama all’ordine, mi invita ad impedire di essere involontario pomo della discordia e motivo della mancata ricomposizione della giunta da oltre quattro mesi e mi impone di dimostrare ancora una volta coerenza e senso di responsabilità, di non rinnegare la Coscienza Civica che mi ha guidato ogni volta che ho ricoperto un ruolo pubblico.
Pertanto, caro Presidente, faccio un passo indietro; lascio spazio, mio malgrado, a chi si è autocandidato, con il sostegno delle poderose pressioni romane, a ricoprire quella carica assessorile; lo faccio con animo sereno, distante anni luce dall’arroganza di quella politica, prepotente e traditrice, fatta di personalismi, di sfacciata ipocrisia, elargita a piene mani prima delle elezioni, e di galoppante amnesia, svelata sistematicamente dopo. Il passo indietro che l’inconsistente partito regionale aspettava da oltre 4 mesi; lo faccio con la profonda consapevolezza che, in politica, il bene pubblico deve essere sempre anteposto a quello privato. Caro Presidente devo ammettere, francamente, che mi spiace molto, moltissimo, per tutta la progettualità che avevo iniziato nei tre anni da consigliere e nei quattordici giorni da assessore all’ ambiente ed energia, progetto che avrei continuato, da componente della giunta regionale, se solo avessi avuto l’opportunità di dare il mio contributo.
Avrei ripreso a lavorare per ridurre l’emorragia dei cervelli lucani e la fuga dei nostri ragazzi, ampliando il progetto iniziato con il polo tecnologico dell’hub di San Rocco a Matera, iniziato da assessore nella giunta De Ruggieri, continuato con l’ Academy per le imprese culturali e creative, finanziato dal Ministero del Sud a beneficio della regione Basilicata; avrei consolidato il programma con una serie di iniziative, seguite negli ultimi mesi, con l’obiettivo di coinvolgere l’intero territorio regionale. Forse, erroneamente, si ritiene che non siamo ancora pronti ad affrontare questo dramma oppure, probabilmente, non c’è ancora una volontà politica strutturata per affrontare la sfida storica della fuga dei cervelli.
Ed allora, caro Presidente, in pace con la mia Coscienza e con profonda serenità d’animo, ne prendo atto e ritorno, senza indugi, alla mia professione di tutti i giorni che, per fortuna, non mi tradisce, che non mi chiama pubblicamente fratello finché sei in campagna elettorale e devi portare voti, che è lontana dalle autocelebrazioni, dalle ipocrisie e dalle amnesie di certa politica, quella con la p minuscola”.
Enzo Acito