La narrazione che questo Governo sta portando avanti sul Bonus 110 è totalmente falsa e miope.

Si parla di oltre 100 miliardi di costo per lo Stato. Falso! Va preso in considerazione il costo netto (notevolmente più basso) dovuto al maggior gettito fiscale che la misura ha generato nella filiera edilizia, come sostiene la fondazione nazionale dei commercialisti. Misura che ha portato alla nascita di 40.000 nuove imprese e 300.000 posti di lavoro. Se da un lato lo Stato ha perso gettito fiscale sulle detrazioni, dall’altro ha avuto maggiori entrate dalla vertiginosa spinta del settore.

Il Bonus 110 andava reso strutturale per consentire a tutti di potervi accedere, così come lo concepì il sottosegretario Fraccaro nel Governo Conte. Ad oggi, con la sua fine, si è generata disparità sociale tra chi ha avuto possibilità di efficientare casa e chi no, moriranno migliaia di aziende che tra l’altro hanno crediti e cantieri bloccati. Se reso strutturale avrebbe indotto una spinta al Made in Italy, dalla produzione di pompe di calore, ai pannelli fotovoltaici, ai materiali coibenti. Nuove imprese e posti di lavoro che avrebbero ulteriormente favorito il gettito fiscale, con relativa concorrenza a favore dei prezzi di materie prime e semilavorati che gradualmente si sarebbero ridotti (così come avvenne, per capirci, quando tutti iniziarono a produrre mascherine). Tutti i cittadini nel tempo ne avrebbero beneficiato, riducendo drasticamente i consumi dei propri immobili e, di conseguenza, ne avrebbe beneficiato l’Italia intera perché avrebbe ridotto il proprio fabbisogno energetico da altri Paesi. Mi chiedo a questo punto quali siano le politiche energetiche di questo Governo: Investire per consumare meno (perseguendo anche la riduzione di emissioni di CO2), o continuare a acquistare sempre più materia energetica dall’estero?

Il Senatore Rosa sostiene che il Bonus continuerà ad esistere ma senza cessione del credito, follia! Questo significa che potranno permetterselo esclusivamente coloro che hanno redditi elevati.

Altra narrazione diffusa per giustificare tale scelta è che il Bonus 110 ha provocato l’aumento dei costi dei prezzi dei materiali.

È vero solo in minima parte. L’inflazione si è verificata in tutti Paesi (non solo in Italia) ed è principalmente dovuta al fermo dei cicli produttivi dovuti al lungo periodo pandemico. Se il costo di trasporto dei container dalla Cina è quintuplicato non è certo perché da lì approfittano del nostro aumento di domanda nell’edilizia.

 

Insomma, la formula del Bonus 110 perseguiva i principali obiettivi di politica economica:

-Riduzione del fabbisogno energetico da altri Stati, intervenendo sul consumo passivo del nostro Patrimonio edilizio;

-Messa in sicurezza degli immobili (Sisma bonus) per ridurre il rischio catastrofi dovuto ai frequenti eventi sismici;

-Riqualificazione degli immobili e riqualificazione urbana;

-Rilancio dell’economia, aumento dei posti di lavoro e del PIL.

 Andava probabilmente rivisto e migliorato per fasce di reddito ed età degli immobili, probabilmente andava anche rivisto il prezziario dei lavori edili, andavano certamente aumentati i controlli, ma non andava assolutamente decapitato. Avrebbe portato enormi benefici nel tempo a favore di Ambiente, lavoro ed energia.

 

Michele Giordano 

Consigliere provinciale Potenza