“Il Tar Lazio con sentenza pubblicata nei giorni scorsi ha ribadito apertis verbis la legittimità di diritto e nel merito del decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e del Ministero delle Sviluppo Economico n. 9317 del 26 luglio 2017. Il decreto interministeriale impone a ragion veduta ai produttori di pasta l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di coltivazione del grano e il Paese di molitura, onde garantire ai consumatori un’informazione completa e trasparente, funzionale a consentire una scelta libera e consapevole nell’acquisto dei prodotti agro-alimentari”. È quanto fa sapere il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia di Basilicata, Piergiorgio Quarto. “Nella fattispecie in questione, importanti gruppi del settore agro-alimentare, industrie molitorie e di semola hanno proposto ricorso avverso il decreto inter-ministeriale sopra citato. Considerando lo stesso gravemente lesivo e discriminatorio della loro attività in quanto privo di un atto di esecuzione della Commissione europea in grado di fornire una corretta e specifica ‘valutazione di impatto’. I Ministeri invece costituendosi in giudizio hanno eccepito l’inammissibilità del ricorso in ragione del carattere generale ed astratto e quindi non immediatamente lesivo di interessi altrui. Gli enti istituzionali – continua Quarto- sono stati adiuvati nel processo non solo dall’ Associazione di consumatori Adusbef, è da soggetti lucani operanti nell’ambito della filiera di produzione di grano e pasta. Gli imprenditori citati ritengono giustamente al contrario dei ricorrenti che il decreto impugnato sia largamente positivo e favorevole per i consumatori. Da rilevare che, opportunamente, il legislatore – continua Quarto- ha già adottato un coevo decreto relativo alla indicazione dell’ origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, relativo alle informazioni ai consumatori senza che siano state sollevate contestazioni di carattere procedurale o di merito.
In conclusione – afferma Quarto, l’orientamento della Magistrature risulta serio e responsabile, ma soprattutto a difesa dei consumatori e dei loro legittimi diritti”.