Nessun coinvolgimento della città e degli ordini sul progetto del Parco intergenerazionale di Piazza della Visitazione a Matera. Il gruppo d’azione “Architetti Innovativi Matera” prende le distanze dalle dichiarazioni dell’Amministrazione Comunale di Matera in merito al coinvolgimento dei cittadini e degli addetti ai lavori sulla genesi del progetto. “Non c’è stata alcuna concertazione – affermano gli architetti Giovanni Martemucci e Sergio Venezia- con i cittadini e con i professionisti, nessun dibattito preliminare è stato affrontato, nessuna analisi sulla gestione dell’area che interessa una zona vitale della città, connotata da diverse funzioni sociali, economiche e ricreative. I cittadini e i professionisti sono stati informati solo a posteriori, al momento della presentazione dell’opera, quando cioè il progetto era già stato redatto e non c’era nessuna possibilità di effettuare modifiche o riconsiderazioni efficaci. La procedura di “confronto” adottata dall’Amministrazione Bennardi esclude, ancora una volta, al di là dei proclami, il coinvolgimento preliminare dei cittadini e degli addetti ai lavori come avvenuto per il parco del Campo Sportivo”. Gli Architetti Innovativi contestano anche il metodo che ha portato alla scelta del progettista della piazza: un affidamento diretto senza procedura concorsuale, nonostante su quella piazza di concorsi di idee e di progettazione se ne siano indetti molti.

“Il primo concorso di idee, nel 1993, fu indetto dalla giunta Acito – continuano gli Architetti Innovativi- e fu vinto dai colleghi Panella e Aymonino. L’ultimo, nel 2008, era stato proposto dall’Amministrazione di centrodestra guidata da Emilio Nicola Buccico, ed aveva avuto un respiro internazionale, con il coinvolgimento di 5 archistar mondiali come Dominique Perrault (Francia), Josè Maria Tomas Llavador (Spagna), Emilio Ambasz (Argentina), Daniel Liebeskind (Polonia) e Massimiliano Fuksas (Italia). A vincere fu Tomas Llavador. Nel suo progetto l’architetto spagnolo rivoluzionava l’attuale assetto della piazza che, da spazio residuale, diventa luogo di rappresentanza. Elemento principale del progetto era un grande edificio per ospitare il teatro, gestito in un rapporto tra vuoti e pieni tipico dell’architettura scavata dei Sassi. La filosofia progettuale di Llavador partiva da un attento studio sull’identità della città in relazione alla sua storia: l’obiettivo era quello di conservare quell’identità territoriale anche nella nuova immagine della piazza. Nel progetto del Parco intergenerazionale, invece, è mancato del tutto un confronto su disegno e funzioni della nuova piazza. Ed i risultati, miseri, si vedono. Senza nessun rispetto della storia della città si è scelto di portare avanti l’idea banale di un parco, anziché di un’area connotata da varie funzioni pubbliche, con il verde chiamato a connettere un’area considerata residuale. L’idea del teatro è sparita e con essa la prospettiva di un progetto in grado di creare una nuova area di centralità urbana attraverso scelte architettoniche coraggiose. L’attuale progetto sembra piuttosto un riordino della viabilità della zona con il verde a fare da riempitivo. Per non parlare del mancato coinvolgimento dei professionisti locali nella progettazione. Un progetto sottotono che la città non merita se si considera che Matera, negli anni ’50, è stata al centro del dibattito architettonico ed urbanistico europeo proprio per quell’esperimento riuscito che furono i nuovi quartieri dello sfollamento dei Sassi”.