Sì dell’Assemblea all’unanimità alla mozione che prevede sostegno alle iniziative contro il cibo sintetico. Con il documento che porta la firma del proponente Quarto, e dei consiglieri Coviello, Cariello, Aliandro, Giorgetti e Braia si sollecita l’impegno della Giunta regionale e dell’Assessore al ramo a “sostenere la petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico e tutte le iniziative di sensibilizzazione al riguardo sostenute dal mondo agricolo, accademico e istituzionale finalizzate a richiamare l’attenzione sui rischi della diffusione del cibo da laboratorio; a difendere, in sede di Conferenza Stato-Regioni e nei rapporti con il MIPAAF, le filiere agrozootecniche regionali minacciate dalla diffusione del cibo sintetico; a trasmettere copia della mozione al MIP AAF.”.

“L’agricoltura – viene precisato – non ha funzione limitata alla produzione di beni alimentari, ma assicura stabilità economica e sociale di molte aree rurali e marginali, soprattutto per quelle con diffusa ed evidente difficoltà di sviluppo. Il cibo sintetico, tema caldo in ambito alimentare e che ha coinvolto negli ultimi anni diversi gruppi di ricercatori e scienziati, rappresenta un mezzo pericoloso per distruggere ogni legame del cibo con la produzione agricola, con i diversi territori, cancellando ogni distinzione culturale, spesso millenaria, nell’alimentazione umana e proponendo un’unica dieta omologata, con gravissime ricadute sociali sui piccoli agricoltori”.

“La Basilicata – viene ricordato – è una regione rurale, il cui territorio, pari a 10.073 kmq è per la quasi totalità montano o collinare, caratterizzata da scarsa presenza di un vero e proprio tessuto industriale e dalla presenza di un territorio con habitat naturali e paesaggi agrari di grande pregio e l’agricoltura costituisce un settore importante della vita economica e sociale della Regione”.

Nella mozione viene riportato quanto emerso da un’indagine di Coldiretti, secondo la quale “il 68 per cento degli italiani non si fida del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta. Interrogati sui motivi principali per i quali bocciare il cibo fatto in laboratorio gli italiani mettono in cima il fatto di non fidarsi delle cose non naturali (68%), mentre al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicuro per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero (42%) ma c’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%); la Confagricoltura definisce la battaglia contro il cibo sintetico come la sfida numero uno per impedire la forte spinta da parte di chi ha interesse a entrare in maniera importante nel settore dell’alimentazione cercando di demonizzare il ruolo dell’agricoltura e dare un futuro a ciò che è sintetico, cercando quindi di sostituirsi agli agricoltori”.