Nella polemica con la Regione, le strutture private convenzionate e accreditate hanno alzato il livello dello scontro a un livello insostenibile. Perché, come ha scritto Basilicata 24, stanno utilizzando i pazienti lucani come scudi umani e perché non sfuggono sia gli interessi economici che quelli politici “dietro” una protesta senza eguali.

Adesso, non saremo qui a ricordare la genesi di tante strutture sanitarie private, i conflitti di interesse con le aziende sanitarie, le strutture ospedaliere pubbliche spesso “prone”, con la moglie di qua e il marito di là, i dirigenti sanitari che passano dalla sanità pubblica a quella privata: siamo in Basilicata, le relazioni sono “corte” e sappiamo tutto di tutti.

Piuttosto bisogna un attimo ridimensionare l’importanza della sanità privata in Basilicata.

Vale solo il 2,5% del sistema sanitario regionale, come scrive con onestà intellettuale anche una sigla tra le più attive in questi giorni di gran cassa mediatica (mai deludere gli inserzionisti) e la metà dei soldi che la regione dà ai privati va in riabilitazione (che potrebbe fare il pubblico…) ex art. 25. Importante, per carità, ma parliamo di prestazioni che contraddistinguono una sanità privata lucana a zero investimenti, zero posti letto, zero ricerca. Si fattura di tutto con la certezza di ricevere tutto da mamma Regione. Bello fare impresa così.

Il Covid non ha cambiato la musica: la riabilitazione ha fatto la parte del gigante nel 2021 così come prima della pandemia, alle altre branche pochi spiccioli. Adesso, perché la Regione debba dare 16 milioni di euro ogni anno alle strutture private per fare riabilitazione è una domanda che bisognerebbe girare alla Regione, che potrebbe sia internalizzare prestazioni a basso valore aggiunto che tagliare questi trasferimenti, probabilmente senza danni ai pazienti. Sui controlli riguardo queste prestazioni e la relativa “appropriatezza”, si potrebbe scrivere un libro, non solo in Basilicata.

Il dubbio che invece sovviene a tutti è se questa serrata padronale – spalleggiata dalla sinistra, ormai sempre più smarrita – sia legata invece unicamente alla campagna elettorale prossima ventura, tra finanziatori dei soliti noti, soliti noti “boomer” che sognano la Regione grazie ai soldi che gli dà la Regione e qualche sgambetto all’interno del Centrodestra che però puzza tanto di frustrazione.

Il tutto sulle spalle dei lucani, usati come “scudi umani”.

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