La vertenza dei lavoratori della GPI, società che fornisce in outsourcing dal 2016 servizi di supporto amministrativo e di ausilio operativo per alcune attività ospedaliere per conto dell’AOR San Carlo, sarà al centro di un incontro convocato dall’assessore regionale alla Salute Francesco Fanelli per lunedì 5 dicembre, alle 10:30, in assessorato. La convocazione arriva a poco più di una settimana dalla richiesta d’incontro urgente indirizzata dalla Fisascat Cisl alla Regione Basilicata, alla stazione appaltante AOR San Carlo e alla ditta appaltatrice GPI in cui si segnalava il rischio di un taglio ai livelli occupazionali per effetto della riduzione delle ore di servizio nel relativo bando di gara.

 

Il problema nasce dal fatto che nella gara, stando a quanto appurato nelle diverse interlocuzioni, non sarebbero previste quelle ore aggiuntive che si erano rese necessarie in corso d’opera, nei limiti del cosiddetto quinto d’obbligo, per «il corretto svolgimento delle attività istituzionali in capo agli uffici centrali ed alle strutture amministrative e tecniche periferiche», anche per effetto della permanente carenza di personale, più volte segnalata dalle strutture ospedaliere. Secondo la segretaria generale della Fisascat Cisl Basilicata Emanuela Sardone «se ciò dovesse trovare conferma negli atti di gara, si genererebbe non solo una catastrofe sul piano occupazionale e retributivo delle maestranze, che già in passato hanno subito un taglio dei salari a causa della spending review, ma anche carenze e problematiche sul piano dell’erogazione del servizio pubblico sanitario regionale a cui le suddette attività sono strettamente collegate».

 

Per la sindacalista della Fisascat «il tavolo con l’assessore Fanelli è la sede opportuna per fare chiarezza sulle responsabilità di tale situazione che, a nostro parere, discendono anche dalla condotta incoerente della stazione appaltante nella procedura di rinnovo del servizio. La nostra priorità è individuare una soluzione negoziale con l’azienda ospedaliera e con la ditta per mantenere l’attuale monte ore di servizio in modo da salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, senza ulteriori sacrifici a danno dei lavoratori».