Sabato 19 novembre 2022 alle ore 18 presso l’ex liceo in Calata San Domenico a Ferrandina è in programma la presentazione del libro “L’universo tra le dita” del matematico ipovedente Michele Mele, ricercatore il cui motto di vita è “fare delle necessità una virtù”.
Lo scienziato ha il dichiarato obbiettivo di contrastare i pregiudizi che ancora circondano i non vedenti e gli ipovedenti, che ne sviliscono il ruolo all’interno della società e che spesso li allontanano in precoce età dalle discipline scientifiche, erroneamente considerate a loro inaccessibili.
La sua predisposizione ai calcoli ed al pensiero scientifico lo hanno aiutato, al contrario di quanto si pensi, a semplificare i movimenti e l’orientamento all’interno di aree e luoghi calcolando per esempio le distanze, la superfice degli oggetti posti sul cammino e quindi il loro ingombro, in pratica a geometrizzare gli spazi e ottimizzare gli spostamenti. Ed è per questo che si è specializzato in un ramo della matematica ovvero quello della Ottimizzazione Combinatoria.
Nel suo Libro lo scrittore raccoglie le storie, le imprese e le scoperte di dieci scienziati ipovedenti o non vedenti , sei di personaggi del passato e quattro viventi. Il saggio è stato pubblicato da Edizioni Efesto nel 2021 ed è già alla quarta ristampa.
Michele Mele ha conseguito la Laurea Magistrale in Matematica presso l’Università degli Studi di Salerno ed il Dottorato di ricerca in Scienze Matematiche ed Informatiche presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Svolge attività di ricerca su problemi di Ottimizzazione Combinatoria presso l’Università degli Studi del Sannio a Benevento.È inoltre ideatore e coordinatore del progetto ‘’Accessibilità all’Arte’’, realizzazione del Touring Club Italiano in collaborazione con il centro SinAPSi (Servizi per l’inclusione attiva e partecipata degli studenti dell’Università di Napoli). Le opere d’arte sono riprodotte su tavole tattili . Con questa tecnologia si riesce finalmente a rendere percepibili a un ipovedente non solo opere tridimensionali come una scultura, ma opere pittoriche”.