Una delegazione di giovani imprenditori lucani guidata dal presidente Anselmo Zirpoli ha partecipato ai lavori del 37esimo
convegno GI di Confindustria “Energie per cambiare epoca” che – dopo due
anni di stop a causa del Covid –  è tornato a Capri, al Gran Hotel Quisisana, nelle due giornate di venerdì 14 e sabato 15.

“Come sempre – ha commentato il presidente Zirpoli – questo appuntamento
annuale si conferma fucina di visioni e di proposte che il gruppo dei
giovani mette a disposizione del nostro Sistema e del Paese”.

La grave crisi energetica che minaccia in maniera sempre più pesante la
tenuta economica e sociale italiana è stata al centro degli interventi che
si sono susseguiti e, in particolare, dei presidenti Carlo Bonomi e
Riccardo Di Stefano.

“Non potevamo non partire da quella che è la vera emergenza – ha commentato
Zirpoli – e dal forte appello emerso dal convegno e rivolto alle forze
politiche chiamate a formare il nuovo Governo ad affrontare l’urgenza con
forte senso di responsabilità, credibilità e autorevolezza.  Il sistema
produttivo italiano è a serio rischio. Il Centro Studi Confindustria stima
una bolletta energetica delle imprese per il 2022 pari a 110 miliardi di
euro. A questo si aggiungono l’insostenibile aumento del costo delle
materie prime e tutte le conseguenze, dirette e indirette, del conflitto in
Ucraina. Si prevede un 2023 a crescita zero con un nuovo aumento della
disoccupazione. È necessario sostenere in Europa l’introduzione di un price
cap del gas. Ma, se il risultato non dovesse essere raggiunto, è necessario
che l’Italia trovi le risorse per mettere in salvo l’industria del Paese e
quindi l’occupazione che, altrimenti, sarebbero gravemente compromesse. Da
tempo sosteniamo la necessità di un forte taglio al cuneo fiscale che
rappresenta la misura più efficace per aumentare potere di acquisto dei
lavoratori e competitività delle imprese. Al contempo è necessario andare
avanti con i progetti e le riforme del PNRR. Nonostante le difficoltà che
abbiamo di fronte, è fondamentale rispettare il cronoprogramma per non
perdere le grandi opportunità che il Piano rende concretamente attuabili.
Soprattutto va scongiurato il rischio di ipotesi di revisioni che
potrebbero compromettere gli obiettivi di coesione territoriale a
svantaggio del Mezzogiorno”.

“Altro tema al centro dei lavori del convegno – ha concluso Zirpoli – è
quello relativo alla formazione e alle competenze. È fondamentale che il
nostro Paese recuperi i pesanti ritardi rispetto al resto d’Europa. La
domanda di professionalità da parte delle imprese nei prossimi anni sarà
sempre più orientata verso le nuove competenze che attengono alla
transizione verde e digitale, cioè quelle in cui siamo maggiormente carenti
e in cui sono penalizzate soprattutto le donne. Non possiamo perdere altro
tempo. Il sistema della formazione va allineato verso quella che è la reale
richiesta del mondo produttivo, con una attenzione maggiore alla riduzione
delle disuguaglianze generazionali  e di genere”.