Le elezioni politiche in terra lucana hanno visto la vittoria del centrodestra. All’interno di questa vittoria, il dato migliore è sicuramente quello di Forza Italia, sopra media nazionale, con risultati clamorosi, come quello a Lagonegro.
Poi c’è la Lega, con il miglior dato nel mezzogiorno (qualcuno dovrà poi spiegare la “penalizzazione” inferta a Pepe…) e una classe dirigente sul territorio che ha dimostrato la sua forza (Scanzano Jonico, Lavello, Picerno, Paterno, etc.).
Infine, il dato di FDI, che ha eletto tre parlamentari pur prendendo la percentuale più bassa d’Italia. Peggio ha fatto solo la Campania, in realtà la provincia di Napoli. E se guardiamo la segmentazione del voto, in provincia di Matera FDI è andata davvero maluccio. Insomma, il vento meloniano in Basilicata spira meno forte che altrove.
Sul Pd è meglio non infierire, perché non sarebbe elegante. Il dato parla da sé. Il partito-regione è morto. Tutti attaccano la gestione regionale di Raffaele La Regina.
Il M5S ha preso la percentuale più bassa al Sud, con Lomuti che ha perso nella sua Venosa e Bennardi che ha vinto di pochissimo a Matera (che non avrà parlamentari, come avevamo previsto). E come sappiamo i voti dei grillini si dimezzano alle elezioni amministrative.
Poi c’è il terzo polo: c’è chi grida al trionfo, ma in realtà è il solito blocco dei Pittella più la rete dei sindaci di Polese in provincia di Potenza. E la differenza tra Camera e Senato dimostra il “personalismo” di Pittella, capace di attrarre voti dal centrodestra, ma sempre su una logica personalistica. Rispetto alle regionali del 2019, Pittella ha perso consenso. Su questo non c’è da discutere.
Adesso si parla di elezioni regionali: il Bardi bis sembrerebbe lo scenario più naturale dinanzi al crollo del Pd e alla debolezza del M5S sul territorio. Anche perché sarebbe difficile immaginare un accordo tra Pd e Terzo polo, tra De Filippo e Pittella, che se la saranno legata al dito per la vita, con la solita logica vendicativa tutta lucana.
Il centrodestra ha la strada spianata verso la vittoria. Deve però ampliare la coalizione. L’affluenza bassa più il voto di protesta andato al M5S – ma che non si ripeterà alle regionali – richiedono una “bacinella” capace di raccoglierli. Lo scenario che ha il centrodestra dinanzi a sé è davvero semplice: costruire da oggi la nuova vittoria, oppure fare come alla provincia di Potenza, ossia suicidarsi tra veti, divisioni e perdite di tempo. Il centrodestra può solo vincere. Ma vuole vincere?



