“I dati Inail sul fenomeno infortunistico nei primi sette mesi del 2022 indicano un aumento degli infortuni sul lavoro soprattutto al Sud con un leggero calo delle morti bianche. Le 441.451 denunce di infortuni presentate tra gennaio e luglio sono già superiori del 41,1 per cento a quelle dello stesso periodo del 2021 e sommano l’aumento delle denunce da Covid 19 e la crescita degli infortuni tradizionali”. È quanto riporta una elaborazione del centro studi della Cisl Basilicata a cura di Luana Franchini in cui emerge che “la Basilicata è in linea con la tendenza nazionale, ossia incremento degli infortuni e decremento degli infortuni mortali. Infatti, le denunce di infortunio sul lavoro nel periodo gennaio-giugno 2021 sono state 1.980, nel periodo gennaio-giugno 2022 sono state 2.320, con un incremento del 17 per cento. Più della metà avviene nel settore industria e servizi. Per quanto riguarda gli infortuni mortali, nel periodo gennaio-giugno 2021 sono stati 7, nel periodo gennaio-giugno 2022 sono stati 4, con una riduzione di circa il 40 centro, e questo dato è da accogliere positivamente”.

 

L’analisi del centro studi della Cisl lucana evidenzia “un incremento delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nel Sud (+58,1%), seguito da Isole (+54,3%), Nord-Ovest (+48,6%), Centro (+44%) e Nord-Est (+23,6%). Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nei primi sette mesi dell’anno sono state 569, ovvero 108 in meno rispetto allo scorso anno. Sebbene si tratti di dati provvisori che non possono confrontarsi con assoluta esattezza ai dati del 2021 – precisa il centro studi della Cisl – è certo che si tratta di dati in aumento, che destano preoccupazione e richiedono interventi costanti, nella consapevolezza che gli attuali non sono adeguati.”

 

Per il segretario generale Vincenzo Cavallo “questi dati evidenziano che la cultura della sicurezza non si è ancora radicata nella nostra regione, per qeusto è importante proseguire con il metodo dei comitati presso le prefetture per la prevenzione nelle aziende e sui cantieri, rafforzare la dotazione organica degli ispettori del lavoro, diffondere capillarmente la cultura della prevenzione e del lavorare in sicurezza, perché gli infortuni producono danni alle persone e alla qualità della vita dell’intero nucleo famigliare. Nel 2022 non si deve e non si può accettare che il lavoro possa essere causa di morte o di menomazione, il lavoro deve essere sinonimo di benessere e non di malessere. Come affermato dal nostro segretario generale Luigi Sbarra gli infortuni e le morti sul lavoro sono uno sfregio ai valori fondamentali del paese. Sindacati e imprese devono essere parte attiva di una strategia di contrasto fatta di controlli, investimenti e formazione nella consapevolezza che la sicurezza non è un costo ma un investimento per un’economia degna di un paese civile”, conclude Cavallo.