“Abbiamo ascoltato stamani l’ennesimo grido di allarme da parte di Sanità futura. Sono trascorsi già quattro giorni dall’impegno di ritiro delle delibere delle Giunta regionale sulla rimodulazione del piano operativo per il recupero delle liste di attesa e per i tetti di spesa della specialistica ambulatoriale assunto dal presidente della Regione Vito Bardi e ancora non c’è nulla di ufficiale. Si tratta di una situazione che inizia ad assumere i contorni del surreale”. E’ quanto dichiarano il capogruppo di Iv in Regione, Luca Braia e il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese che hanno presenziato alla conferenza promossa da Sanità Futura e da altre associazioni della sanità privata lucana. “Quello che non si comprende – sottolineano i due esponenti di Italia Viva – è di come si possano immaginare da parte della Giunta regionale di approvare due atti che vanno completamente in direzioni diverse. Da un lato ci sono da recuperare 220 mila prestazioni specialistiche per il recupero delle liste di attesa ma dall’altro lato, la stessa Giunta rimodula i tetti di spesa togliendo di fatto gli strumenti per agire eliminando le risorse che pure sono disponibili ed erano previste da bilancio. E’ come se la mano destra non sapesse quello che fa la mano sinistra ma con il paradosso che le delibere sono state approvate e firmate dalle stesse persone”. E ancora sottolineano Braia e Polese: “La cosa più grave è che qui non si parla di freddi numeri o di calcoli aritmetici fini a se stessi. Si parla di salute delle persone e in alcuni casi di vite umane a rischio. Fa specie che non si metta in relazione il ritardo della diagnosi con la sicurezza delle persone tanto più in una fase come questa e dopo oltre due anni dall’inizio della pandemia da Covid 19 che è stata affrontata grazie anche allo sforzo della sanità privata. L’unica cosa da fare è recuperare immediatamente il buonsenso e procedere con la massima urgenza per evitare ulteriori danni. Senza contare che si parla di una situazione che se non sanata nell’immediato potrebbe far saltare l’intero sistema delle strutture private con danni enormi per la richiesta di salute dei cittadini e per i circa seicento dipendenti che operano a vario titolo in queste stesse strutture. Tanto più che abbiamo appreso nella conferenza stampa che ci sarebbero gli estremi per far intervenire in tempo il prefetto per interruzione di pubblico servizio sanitario”.  “Tutte questioni delicatissime che sono oggetto di un documento ufficiale del 5 agosto scorso a firma di Anisap, Aspat, Cicas, Federlab e Sanità Futura in cui chiedono tre cose tra cui l’immediato annullamento della Dgr sui tetti di spesa, l’impegno della Giunta a non adottare alcun altro provvedimento di determinazione del tetto di spesa per il 2022 ne individuazione di eventuali diversi criteri di assegnazione dei tetti per ciascuna struttura e l’istituzione di un tavolo tecnico finalizzato. Atto su cui c’era stata la rassicurazione del presidente Bardi e dell’assessore al ramo Francesco Fanelli ma che a oggi non ha portato a nulla”, concludono Braia e Polese.