Arrivato finalmente al varo, il progetto ‘LucAs. Lucani fra ambiente e Salute’ è stato presentato ieri mattina presso la Sala Inguscio della Regione Basilicata, alla presenza delle autorità politiche, istituzionali ed accademiche e con la partecipazione della comunità lucana e del mondo associativo.
Il progetto ha avuto una gestazione lunga per motivi politico-istituzionali ma anche per la sua particolare natura interdisciplinare che ha richiesto un paziente lavoro di integrazione di saperi scientifici diversi nonché di costruzione di sinergie e collaborazioni istituzionali necessarie alla sua riuscita. Emerge chiara, quindi, l’attenzione sui risvolti che la pressione antropica genera sulla salute dell’uomo e dell’ambiente, in un territorio complesso in cui la conoscenza delle dinamiche comportamentali e sociali e, in particolare, l’attivazione virtuosa di un sistema di prevenzione, tutela e cura potrebbero contribuire a descrivere scientificamente gli scenari del territorio lucano e prevenirne gli eventuali impatti.
Il progetto, finanziato con 25 milioni in 5 anni nell’ambito degli accordi con Total, Eni, Mitsui e Shell, riguarda infatti tutte le emergenze ambientali della regione, con analisi e monitoraggi approfonditi in particolare nelle otto aree di maggiore rischio evidenziate dal progetto (SIN di Tito Scalo, SIN di Ferrandina, SIN Pisticci, Val D’agri-Cova, Valle Del Sauro-Tempa Rossa, Pollino-Area Nordoccidentale, Centro Enea-Trisaia, Termovalorizzatore Rendina (Itm); Cementificio Barile E Matera; Ferriera Di Potenza; Valle Del Mercure). Promette inoltre un’attività di sorveglianza sanitaria ad ampio spettro finalizzata all’attivazione di politiche per la salute attive e, soprattutto, diffuse sul territorio.
Il progetto LucAS intende essere dunque più di una fotografia della salute del territorio e dei cittadini lucani scattata qui ed ora, ma uno studio longitudinale per comprendere gli effetti degli inquinanti nel tempo e creare quelle condizioni di consapevolezza, partecipazione e accesso ai servizi di prevenzione e cura che possano consentire un esercizio pieno della cittadinanza sanitaria.
L’incontro di ieri è stato organizzato per informare la comunità lucana sullo stato di avanzamento e presentare il core group di istituzioni della ricerca che ha risposto alla manifestazione di interesse lanciata dall’amministrazione nell’inverno scorso. Ne fanno parte l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata, l’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche-Napoli, l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Scuola di Ingegneria e il Dipartimento di Scienze dell’Università della Basilicata, la Direzione Regionale per la Salute e le Politiche della Persona, Campus Bio-Medico di Roma, Unità di ricerca in Statistica medica ed Epidemiologia molecolare, il Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata e il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II. La ricerca scientifica però si nutre di collaborazioni come si intravede dall’allargamento della partnership anche a livello nazionale con collaborazioni di tutto rispetto, come l’Istituto Superiore di Sanità, l’ISPRA, UNICAMILLUS, e il Dipartimento di epidemiologia e prevenzione della Regione Lazio, posizionando il progetto Lucas al punto di intersezione fra la dimensione locale e quella nazionale con ricadute positive per la regione.
“Per una efficace e sinergica azione di salvaguardia del territorio e di sanità pubblica, abbiamo ritenuto opportuno di implementare con questo progetto un monitoraggio continuo e puntuale delle matrici ambientali, aria, acqua, suolo, insieme ad una valutazione attenta degli ecosistemi e un controllo costante dello stato di salute delle popolazioni residenti, ha detto il presidente della Regione Vito Bardi. È volontà della Regione – ha aggiunto – che il progetto si attesti in ambito nazionale ed internazionale ai massimi livelli di innovazione sul fronte della ricerca e dell’applicazione nel campo della sorveglianza ambientale, epidemiologica e sociosanitaria. Ci ispiriamo ai principi dell’integrazione istituzionale e disciplinare. Per questo prevediamo il coinvolgimento di diversi enti nazionali e regionali. Terremo conto – ha spiegato Bardi – degli esiti delle 42 pubblicazioni e attività referenziate condotte in Basilicata fino ad oggi. Tra queste vorrei citare quelle relative alla Valutazione di Impatto Sanitario dei comuni di Viggiano e Grumento Nova per monitorare gli effetti sulla salute in relazione alle emissioni riguardanti il periodo2011- 2014. Quei risultati, insieme a quelli che sono stati conquistati da tutti gli altri studi sul tema, saranno la base di partenza per il nostro progetto”.
“Non esiste alcun contatto tra le società che stanno finanziando questo progetto e chi dovrà eseguire le attività di ricerca – ha spiegato il Capo di Gabinetto, Michele Busciolano. La Regione è titolare dell’azione che prevede compiti molto articolati. Il Progetto, attestato al Gabinetto del Presidente, prevede una commissione regionale di coordinamento composta da un livello politico, con gli assessori e i direttori generali dell’ambiente e della salute e una governance amministrativa che gestirà materialmente le risorse. Con il PNRR – ha aggiunto Busciolano – nel prossimo futuro dovremo progettare e realizzare tutta una serie di iniziative anche nel campo sanitario e ambientale. Il Progetto LucAs potrà integrarsi con queste attività e mettere in parallelo le proprie iniziative”.
Dopo i saluti la dottoressa Rosanna Cifarelli – responsabile tecnico scientifico del progetto – ha illustrato a grandi linee il progetto presentando la struttura di governance che ne supervisionerà gli sviluppi sia sotto il profilo amministrativo che scientifico, specificando come il progetto resti un cantiere aperto alla collaborazione e, soprattutto, all’ascolto delle parti interessate, con incontri periodici con la cittadinanza per dare conto delle attività e dei risultati del progetto. La partecipazione della comunità lucana è un aspetto a cui tutta la struttura di governance tiene molto, e che prevede anche azioni di coinvolgimento attivo con interventi di citizen science. Sono poi seguiti gli interventi dei responsabili scientifici di ciascuna istituzione-partner in ragione del proprio raggruppamento scientifico: Ambiente, Salute, Società.