In Regione Basilicata manca una politica di confronto e programmazione per cercare soluzioni tempestive e concrete ai problemi della sanità lucana”. È quanto sostiene il segretario generale della Cisl Medici Basilicata Serafino Rizzo commentando i dati del decimo rapporto del Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presentato nei giorni scorsi al Senato, che vede il sistema sanitario della Basilicata occupare la 15esima posizione nell’indice complessivo di performance. “L’emergenza pandemica – commenta Rizzo – ha rappresentato il crocevia della storia dove si sono incontrati tutti i limiti di una sanità ormai vecchia e consumata da logiche gestionali miopi che hanno portato ad un territorio non ben organizzato, ad ospedali diventati luoghi di bilanciamento finanziario più che luoghi di produzione di salute, con personale sempre più strutturalmente carente e con gli effetti di una tanto scellerata quanto folle normativa di numero chiuso che limita l’accesso alle facoltà di Medicina e Chirurgia e che oggi fa esplodere nella sua interezza il problema della mancanza di medici”.

 

“Il tanto paventato cambiamento – continua il segretario della Cisl Medici – stenta a decollare, con aziende sanitarie che soffrono gravi carenze di organico e assetti strategici in alcuni casi non completamente definiti. Il Crob di Rionero è senza il direttore sanitario dal 6 maggio scorso e l’Azienda sanitaria locale di Potenza ha visto il proprio direttore generale, dopo un brevissimo periodo, rassegnare le dimissioni a causa di una posizione contrattuale non legittima. La storia di manager provenienti da altre regioni in diversi casi si è rivelata non particolarmente produttiva, anche nel passato più recente. Per questo, all’indomani delle dimissioni del direttore generale dell’Asp, insieme alla Cisl di Basilicata abbiamo sollecitato la Regione a scelte non frettolose, bensì ponderate, considerato che nella graduatoria degli idonei approvata a seguito di uno specifico avviso pubblico figuravano solo candidati provenienti da fuori regione”.

 

“Da parte nostra nessun dubbio rispetto ai criteri di selezione utilizzati – precisa Rizzo. – ma l’auspicio è che la scelta dei nuovi manager passi innanzitutto attraverso un patto di co-responsabilità, ancor prima che contrattuale, in modo che possa essere assicurata stabilità e continuità dell’azione manageriale. E ciò risulta ancora più pregnante alla luce di quanto restituito dal rapporto di Crea Sanità che evidenzia con chiarezza l’urgenza dell’avvio di un processo di miglioramento della sanità non più procrastinabile, che deve avvenire non solo attraverso l’ammodernamento delle infrastrutture e l’aggiornamento tecnologico, ma soprattutto mediante un mutamento del paradigma organizzativo, secondo le logiche della buona organizzazione e dell’efficientamento dei processi”.