“La stagione estiva pienamente avviata in tutto il territorio materano, è
ancora un’occasione di lavoro. Anche oggi al Tg3 Rai Basilicata in un suo
servizio, ha reiterato la difficoltà persistente nel nostro territorio
materano a reperire personale per attività estiva e soprattutto nelle zone
balneari della fascia ionica/metapontina. Perché accade ciò? Per l’Ugl
Matera probabilmente è il sistema a mal funzionare: vogliamo ricordare,
soprattutto ai più giovani, l’esistenza di leggi e di contratti
nazionali che regolano l’attività lavorativa e che il datore di lavoro è
tenuto ad applicare. I finti part time, lo straordinario ‘dovuto’, il
mancato riposo, la malattia non pagata, norme di igiene e sicurezza non
rispettate, non sono legali! E poi c’è il lavoro svolto completamente al
nero e la messa in prova non retribuita, con cui evidentemente qualche
imprenditore spera di tirare alle lunghe, magari cambiando a ripetizione le
persone ‘da valutare’”.

E’ quanto sostiene Pino Giordano e Franco D’Adamo dell’Ugl Matera per i
quali, “è bene ricordare che questi casi, se denunciati, producono
l’assunzione a tempo indeterminato. Vogliamo lanciare un appello
provocatorio, anche ai turisti: quando andate al bar o al ristorante,
lasciate una mancia al personale perché i vostri spiccioli potrebbero
essere l’unico guadagno della giornata per chi lavora in prova nel locale.
Meno diritti, retribuzioni più basse, deroga alle norme, non saranno mai
fattori di crescita per l’economia di un territorio – proseguono D’Adamo e
Giordano -, mentre per l’Ugl, sono strumenti di intimidazione nei confronti
dei lavoratori che pur di avere un impiego, sono costretti ad accettare
anche ciò che va contro il proprio interesse. Un finto part time, ad
esempio, non farà maturare al lavoratore nella misura dovuta quegli
istituti previsti dalla contrattazione collettiva come ferie, tredicesima,
quattordicesima, permessi e Tfr (il trattamento fine rapporto). Ed influirà
sull’assegno di disoccupazione, che viene calcolato sulle settimane di
contribuzione. Ogni anno nel nostro territorio si raccolgono le
testimonianze di lavoratori e lavoratrici stagionali, anelli deboli di un
modello economico basato sullo sfruttamento. In questi periodi e
circostanze, diverse potrebbero essere le anomalie: chef assunti come
camerieri e a un terzo delle ore reali di lavoro, l’aggiramento delle
regole e l’impoverimento del salario sono evidenti, come pure l’evasione
fiscale e contributiva che si determina ai danni del singolo e della
collettività. E come non tenerne in considerazione il proseguimento anche
sulla pratica degli appalti e delle esternalizzazioni dei servizi alle
cooperative, soprattutto negli alberghi, nei villaggi dove si viene pagati
con pochissimi euro a stanza pulita, o a minuti a stanza, ossia a cottimo.
Il tempo per la pulizia delle stanze viene cronometrato e se la lavoratrice
sgarra di un minuto viene ripresa e a volte anche a male parole. Situazioni
limite, che fanno concorrenza sleale a quelle imprese che invece rispettano
le regole, dove ‘la precarietà’ è diventata a tempo indeterminato: basti
pensare alla giungla di tipologie di contratti che vengono utilizzati, gli
interinali, a chiamata, per il weekend. Il turismo è vitale per l’economia
del nostro territorio ionico/materano/metapontino e necessita di
attenzione, risorse, programmazione, legalità. Un lavoro di qualità
significa qualità dello sviluppo e dell’offerta di servizi. È necessario un
corposo e capillare controllo da parte degli istituti ispettivi, col
coinvolgimento delle associazioni di categoria datoriali verso un obiettivo
comune, perché le imprese vanno richiamate al senso di responsabilità
sociale che ancora non è diffuso. Infine e non per ultimo – concludono
Giordano e D’Adamo – ‘Lavorare per vivere’ è lo slogan che ormai da tempo
segna la battaglia lanciata dalla Ugl per la sicurezza sui luoghi di lavoro
dove Paolo Capone, il nostro Segretario Generale Ugl, ricorda e urla forte
oramai da anni, per chiedere che si attui ogni forma di tutela e
prevenzione verso i lavoratori: tutti, nessuno escluso”.