Il bello degli ex è poter dire tutto e il contrario di tutto, potendo contare sul fattore tempo che monda peccati e ricordi.

La vicenda della cava sul monte Crugname a Melfi è un caso di scuola.

Adesso, senza ritornare sulla strada ceduta dal Comune – con Valvano sindaco – al cementificio, senza la cui cessione l’iter manco partiva, ci sono due domande da porre all’ex Sindaco Valvano per fare chiarezza sulla vicenda Monte Crugname e anche per evitare le opposte strumentalizzazioni sulla pelle dei cittadini, ovviamente ignari di infinite e oscure procedure burocratiche.

Ecco le due domande: perché l’incendio del 2015 non è stato segnalato dal comune alla regione, pur essendo allora lui il sindaco di Melfi e pur essendo il Comune di Melfi l’ente deputato alla tenuta e all’aggiornamento del Catasto delle aree percorse dal fuoco? Valvano è stato sindaco di Melfi dal 2011 al 2021.

Seconda domanda: “La Conferenza di Servizi ha avuto tre sedute (maggio 2018, marzo 2019, dicembre 2019). La determinazione motivata di conclusione è di aprile 2020. La Regione ha invitato alla Conferenza gli Enti titolati ad esprimere pareri, nulla osta e atti di assenso. Tra questi il Comune di Melfi, la Provincia di Potenza, l’Arpab, l’Asp, la Soprintendenza, l’Ufficio geologico regionale che detiene la competenza in materia di autorizzazione delle attività estrattive e l’Ufficio foreste e tutela del territorio della Regione.

Durante i lavori della Conferenza sono stati raccolti i pareri dei partecipanti. Non tutti gli invitati hanno partecipato ai lavori, tra questi il Comune di Melfi”, si legge nel comunicato della Regione. Come mai l’ex sindaco di Melfi oggi in prima linea nella difesa del monte Crugname, da sindaco in carica non ha partecipato alle riunioni per difendere il monte Crugname dalla cava e dal cementificio?

Domande senza retorica, che meritano una risposta.

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