“Perché non chiedere che i responsabili del disastro finanziario che abbiamo ereditato ne rispondano? Perché si firmavano transazioni senza che fosse stanziato un solo centesimo in bilancio per dare copertura finanziaria? Perché si faceva finta di non vedere tutta questa massa passiva di fuori bilancio? A queste domande dovrebbe rispondere chi oggi sta facendo una guerra santa contro Montalbano Jonico”.
L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Piero Marrese, in una nota, ha risposto agli attacchi ormai quotidiani, ridondanti e insensati di alcuni esponenti politici locali, provando a fare chiarezza sulla situazione delle casse comunali.

“Grazie al sostegno della Regione Basilicata il comune di Montalbano Jonico ha risparmiato e fatto risparmiare all’ente e ai cittadini centinaia di migliaia di euro. Difatti, l’iniezione di entrata corrente e di liquidità ha permesso di saldare debiti pregressi e di farlo trattando con i creditori condizioni più vantaggiose per il Comune.

Quello che fa veramente specie è che a nessuno interessi come si sia generata la massa passiva e perché le Amministrazioni capeggiate da chi oggi lancia anatemi l’abbiano ignorata, trascurata, fatta crescere, come fa chi per evitare di raccogliere la polvere la butta sotto i tappeti.

Eppure – prosegue la nota – questa massa esisteva ed è stata anche fotografata dalla delibera 74-17 con la quale la Corte dei Conti di Basilicata ha approvato il pre-dissesto di Montalbano Jonico. Da essa emerge chiaramente come “i principali fattori di squilibrio che hanno condotto al piano di riequilibrio sono costituiti dalla crisi finanziaria di liquidità nella quale versa l’ente e dalla notevole massa passiva composta da debiti pregressi, debiti fuori bilancio e passività potenziali. Fin dall’esame del rendiconto 2013, questa sezione ha evidenziato criticità riassumibili principalmente nel ripetuto utilizzo sia dell’anticipazione di tesoreria che delle entrate a specifica destinazione non ricostituite al termine dell’esercizio”.

Anche sulla questione dell’anticipazione di tesoreria qualcuno vorrebbe fare sembrare che nasce con l’attuale Amministrazione, quando, invece, è una questione antica come, appunto, certifica la Corte dei Conti.

Ad oggi il piano di riequilibrio nella parte relativa al ripiano della massa passiva è stato praticamente svolto, anche grazie al contributo della Regione Basilicata ed è, con tutti i limiti del momento e del contesto, in fase di svolgimento la parte relativa al tentativo di rientro dalla anticipazione di tesoreria attraverso una più veloce riscossione dei crediti tributari vantati presso i contribuenti, quest’ultima una questione antica e che riguarda la maggior parte dei comuni del sud ed in particolare della Basilicata.

La nostra Amministrazione nel 2016 avrebbe potuto anche dichiarare il dissesto, senza che questo comportasse caduta e voto anticipato, ma ha scelto responsabilmente la strada più difficile e incerta di provare a riequilibrare. Intanto, ad oggi il Comune non è più assalito come in quel tempo da procedure esecutive, pignoramenti e sentenze di condanna”.

Infine, le cifre: “Da un Piano di Riequilibrio iniziale di 4.687.000 euro, oggi rimangono posizione pendenti per soli 240.000 euro (da notare che già la differenza tra l’importo iniziale e le posizioni ancora pendenti è maggiore dei 2.500.000 del sostegno regionale). In più si è ripianato il maggior disavanzo del 2015 di 308.000 euro e si sta proseguendo a ripianare con rate annuali da 87.538 euro il disavanzo tecnico e trentennale emerso nel 2015 di 2.626.000 euro, in più ancora l’ente sta saldando annualmente con rate da 57.800 la restituzione del fondo di rotazione.

In pratica, il contributo regionale di 2.500.000 non solo ha sostenuto il riequilibrio pluriennale finanziario, ma ha anche generato meccanismi virtuosi che hanno messo gli uffici comunali nelle condizioni di risparmiare sulla pesante debitoria pregressa”.

Il sindaco Marrese, in merito alla presunta inchiesta del presidente Bardi, ha dichiarato: “Non mi pare un’ipotesi verosimile e, peraltro, sarebbe anche difficile da inquadrare nelle competenze della Regione Basilicata. Io credo che l’eventuale lente d’ingrandimento andrebbe estesa a tutti i comuni che hanno beneficiato dei contributi regionali, ad iniziare da Potenza, ma soffermandosi su coloro che hanno creato, con il loro operato, le difficoltà finanziarie ai rispettivi comuni. Di cosa stiamo parlando, dunque?”