Mentre in Italia si discute di potenziamento della medicina dei territori,
in Basilicata si continuano a progettare ridimensionamenti generalizzati
che non risparmiano i laboratori di analisi come quello di Tinchi, da 42
anni presidio sanitario strategico non solo per Pisticci ma per gran parte
del metapontino. Ciò nonostante i notevoli risultati conseguiti in questi
decenni dal nostro Ospedale in termini di qualità ed efficienza, elementi
che, grazie all’impegno e alla professionalità degli operatori, hanno
consentito di superare gli ultimi anni di cieco e nocivo ridimensionamento
delle risorse umane, tecniche e strutturali del nosocomio.

La politica regionale pubblicamente parla di medicina territoriale, ma nei
fatti opera per un suo pericoloso ridimensionamento. Gli atti ufficiali
della Regione, infatti, dimostrano come, nonostante il momento delicato, si
lavori per una ulteriore spoliazione di preziosi servizi del nostro
territorio, centralizzando le cure nei centri più grandi.

Dalla lettura del Capitolato Tecnico del 2013, rettificato nel 2016 e
redatto dal Direttore U.O.C. patologia Clinica Microbiologia e Medicina di
laboratorio PO di Matera, emerge una volontà di riorganizzazione dei
laboratori di analisi secondo il modello Hub and Spoke, con la
individuazione di Laboratori di Serie A (Matera e Policoro) e laboratori di
serie B (Tricarico e Tinchi) con questi ultimi che diventerebbero Centri
Preanalitici Territoriali (CPT) con attività di prelievo di 6 ore
giornaliere (8:00-14:00) per l’esecuzione su campioni interni e di un
pannello analitico che raccoglie prelievi per utenti esterni, garantendo la
fase preanalitica di stabilizzazione dei campioni territoriali da inviare
ai laboratori di riferimento, cioè Matera e Policoro.

Difatti la “Direzione Generale per la salute e le politiche della persona
della Regione Basilicata”, ha deciso di riorganizzare la rete dei
laboratori di analisi regionali, riducendo Tinchi e Tricarico a meri punti
di prelievo, rispettivamente di Policoro e di Matera, motivando la scelta
con ragioni di performance relativamente al numero di 200.000 prelievi
annui, quale soglia per la definizione delle caratteristiche delle
strutture.

I servizi non si misurano solo in termini economico-finanziari, soprattutto
quando la salute pubblica viene pagata da tutti con numeri rilevanti.

Tuttavia, se di numeri si tratta, pretendiamo che il calcolo sia
scientificamente dimostrato, tanto più che riteniamo opportuno valutare
tali statistiche in un arco temporale di almeno tre anni, considerato che
durante il Covid, così come successo in tutto il Paese, anche presso la
nostra struttura vi è stata una generale contrazione di numeri di
prestazioni sanitarie di base.

Inoltre, nell’ottica della tutela del Sistema Sanitario Nazionale e della
sua mission, oltre che negli interessi dei contribuenti, chiediamo alla
Regione Basilicata come possano conciliarsi il ridimensionamento del
laboratorio analisi di Tinchi con gli investimenti già attuati, come ad
esempio la predisposizione del servizio di analisi tossicologiche, con
tanto di costosissimi macchinari e la riqualificazione dei locali preposti.

Per non parlare del documento sottoscritto poco tempo fa da decine di
sindaci “Patto per la Sanità” totalmente invalidato dagli interventi
annunciati e da attuare entro giugno 2022.

Qual è quindi la direzione? Qual è il ruolo dei sindaci e dei cittadini che
rappresentano in queste scelte?

Infine, non riteniamo chiare le modalità con cui l’ASM prevede di
trasportare i campioni prelevati dall’Ospedale di Tinchi a Policoro, tra
l’altro vincolando la possibilità di effettuare ulteriori esami durate la
giornata in caso di necessità, ignorando così le problematiche connesse ai
disservizi di tale accentramento e di fatto negando ai pazienti e agli
utenti del nostro presidio sanitario gli stessi diritti di quelli di Matera
e Policoro, Ospedali peraltro già notoriamente pesantemente congestionati.

Viene da pensare che continuando ad azzerare le attività pubbliche sul
territorio si stia facendo un favore ai laboratori privati.

Noi non ci stiamo ed intendiamo ribadirlo in tutte le sedi.

 

In conclusione, chiediamo alla Regione di rivedere questa decisione,
gravemente penalizzante per migliaia di cittadini del metapontino che da
decenni utilizzano il laboratorio di analisi, struttura che a dispetto di
quanto ipotizzato dalla Sanità Regionale, proprio in ossequio ai principi
di decentramento, diversificazione e prossimità, deve rappresentare il
punto di forza di una nuova programmazione sanitaria.

Nondimeno chiediamo agli organi gerarchicamente superiori la verifica della
compatibilità di queste scelte con il rispetto dei LEA (livelli essenziali
di assistenza,limite normativo alla discrezionalità regionale) ribadendo
quanto richiesto dallo stesso Ministero della Salute alla regione
Basilicata circa un anno fa.

L’ASM non può continuare ad ignorare le esigenze e le istanze dei
contribuenti!

Ciò, anche in virtù della storia, della vocazione e delle potenzialità del
Presidio pisticcese, oltre che in relazione alle specifiche ed articolate
esigenze sanitarie dell’intero territorio metapontino, elementi che
richiedono una sua piena valorizzazione e non il contrario.

Solo così, e non con lo smantellamento dei servizi sanitari, si sposterebbe
definitivamente l’asse di intervento sul territorio, declinando
compiutamente la mission del servizio sanitario e riducendo drasticamente
le disuguaglianze e i costi della disorganizzazione e dell’inefficienza.

Ci opporremo con tutte le nostre forze per il sacrosanto diritto alla
salute nonché per il rispetto del mandato datoci dai cittadini ed insito
nei ruoli istituzionali che ci onoriamo di rappresentare.