E’ un primo passo importante per scongiurare una vera e propria ‘bomba’ per il futuro turistico e ambientale della Basilicata e in particolare della costa di Maratea e della Foce del Noce e allo stesso tempo rassicurare i sindaci e le popolazione della zona”. E’ quanto dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese di Italia Viva rispetto all’approvazione della mozione nella seduta odierna del Consiglio regionale, sull’impianto di rifiuti di San Sago di Tortora. La mozione in questione, presentata lo scorso 4 novembre, a prima firma di Marcello Pittella era stata firmata oltre che da Polese anche dai consiglieri regionali di opposizione, Luca Braia, Roberto Cifarelli, Carmela Carlucci, Gianni Leggieri e Gianni Perrino. In particolare, Polese spiega. “E’ stato importante che anche la maggioranza, tenendo fede anche a quanto assicurato nella riunione del 3 dicembre scorso dal presidente della Giunta, Vito Bardi e dagli assessori Gianni Rosa e Franco Cupparo, abbia approvato una mozione che prova a cambiare rotta rispetto alla concessione della Vinca. L’auspicio da me lanciato in quella stessa riunione con i rappresentanti dell’esecutivo regionale e numerosi sindaci del comprensorio di far prevalere la ragione per operare efficacemente per il bene della Basilicata, della costa di Maratea e della Valle del Noce sembra essere stato colto. Appare evidente che al netto delle norme e nei limiti della legittimità giuridica e tecnica l’unica possibilità per la Basilicata è quella di percorrere una strada politica al fine di produrre una decisa moral suasion nei confronti della Regione Calabria affinché, non autorizzi la realizzazione dell’impianto a San Sago”. “L’approvazione di questo atto in Consiglio – prosegue Polese – che di fatto impegna la Giunta regionale a richiedere agli uffici competenti un approfondimento dell’istruttoria è un atto politico che esprime un diniego chiaro all’impianto. Ora con il coinvolgimento di tutti gli enti e le associazioni del territorio si può avviare anche una interlocuzione ufficiale con la Regione Calabria, unico ente in grado di scongiurare definitivamente la realizzazione dell’impianto di San Sago che seppur limitrofo a una zona di pregio della Basilicata insiste nel territorio calabrese”.