IL SINDACO DI MATERA, DOMENICO BENNARDI SCRIVE SU FACEBOOK:
“E’ per me un onore avere la possibilità di portare il messaggio della città in questa giornata così importante per la nostra storia.
Desidero innanzi tutto dare il benvenuto in questa piazza alle autorità presenti, alle associazioni combattentistiche e d’arma, ai cittadini.
Il 21 settembre assume per tutti noi il valore insopprimibile della libertà, dei diritti umani, sociali e politici. E’ una vicenda che fa parte della identità materana: non mi soffermo nel racconto della storia di quella giornata, ma sappiamo tutti che a Matera, come nel resto del Mezzogiorno, la rivolta ebbe il carattere di resistenza civile, nata soprattutto come reazione spontanea all’arroganza tedesca. Quelle tre ore di moti popolari furono uno dei primi episodi della Resistenza, che anticiparono anche le giornate di Napoli: furono un evento che rivelò un intreccio profondo della storia e della identità della nostra città con la storia e l’identità dell’intero Paese, il patrimonio comune e condiviso in tutta Italia.
Matera si ribellò senza preparazione, senza nessuna organizzazione, lo fece spontaneamente: gli uomini si batterono e morirono. Era scoppiato nel loro animo qualcosa che vi stava compresso e inespresso, e chi si rivoltava non era mosso dalla sola disperazione, ma dalla speranza.
Scrive Carlo levi: “Forse nell’animo di Manicone e degli altri c’era per la prima volta, improvviso, il senso confuso di qualche cosa che si stava creando, di una solidarietà nuova, di una costruzione possibile e propria. II chiuso orizzonte feudale pareva aprirsi, si potevano creare, se ci si batteva per questo, dei nuovi rapporti umani. Questo è il valore profondo di quella grande rivoluzione che fu la Resistenza italiana, più vera per aver trovato qui, tra le argille e i tufi della terra contadina, il suo primo episodio”.
Il 21 settembre è per noi il Giorno della Memoria. E’ una storia di coraggio di chi non si piegò al regime, di chi seppe resistere, di chi sacrificò la propria vita per il bene comune, per la costruzione di quell’Italia democratica e pacificata che noi abbiamo ereditato e che dobbiamo ogni giorno preservare e amare.
Dobbiamo credere nella forza della verità, nella forza della storia, e non smettere di difendere e proteggere quelle che sono le nostre radici, il lascito dei nostri padri.
E’ nostro dovere ringraziare e ricordare quegli uomini liberi, tramandare la storia alle future generazioni; la memoria è infatti il principale baluardo affinché le tragedie vissute nel novecento non possano più accadere, non possano più ripetersi.
In una giornata come quella di oggi sappiamo che stiamo continuando a raccogliere quanto da loro seminato, ricordando soprattutto il carattere estremo della loro lotta, di persone che si sono schierate a favore della libertà sfidando l’ingiustizia che il regime aveva elevato a legalità. Questa è la base del riscatto, che richiede coraggio e determinazione. A quegli uomini rendiamo il nostro omaggio più sincero, perché ci hanno consegnato un destino di democrazia e libertà che potesse essere tale per tutti, anche per coloro che erano stati sul fronte opposto.
L’appuntamento del 21 settembre a Matera costituisce un incontro costante per una città non vuole dimenticare le vittime di quella gloriosa e tragica giornata e non vuole dimenticare il significato di quell’avvenimento. Ma non si tratta di un rito, né di un evento da protocollo istituzionale; è la rievocazione di un evento di coraggio e di speranza, perchè Matera tenga stretta la sua storia.
Nel corso degli anni è capitato di rievocare il 21 settembre del 1943 per riaffermare, di volta in volta, i valori della pace e della solidarietà, di richiamare l’impegno per lo sviluppo economico. Il 21 settembre è stato un ancoraggio alle sfide più alte che abbiamo avuto davanti, e tante ancora ne abbiamo. Abbiamo il dovere di dare un futuro ai giovani.
E’ la questione più importante che dobbiamo affrontare e risolvere, guardando al concreto degli interessi e delle esigenze delle nuove generazioni. Dobbiamo rimettere al centro l’investimento sui giovani quale settore nevralgico per la crescita delle nostre comunità.
L’agenda politica deve avere come priorità la valorizzazione delle nuove generazioni. Altrimenti continueremo ad avere giovani che si sentono sfiduciati, che non vedono più un futuro dignitoso, impotenti di fronte alla necessità di cambiare, di voltare pagina. Che cosa può dire oggi il 21 settembre ai giovani? Quel che colpisce immediatamente nei fatti della giornata che noi oggi celebriamo è la presenza di molti giovani e giovanissimi tra i protagonisti dell’insurrezione e tra le vittime. Giovanissimi erano, ad esempio, le centinaia di avieri che erano stati sistemati nei locali dell’ex monastero dell’Annunziata – qui davanti a noi – e che soldati tedeschi fecero uscire per disarmarli e disperderli. Giovanissime erano alcune delle vittime: Vincenzo Luisi aveva appena 16 anni; Natale Farina e Michele Frangione ne avevano 19; Pietro Tataranni aveva 29 anni.
E’ compito delle istituzioni ritrovare quella passione che rende partecipi e protagonisti i cittadini, quell’agire che garantisca l’uguaglianza superando le disparità, garantendo il lavoro, trovare legami nelle diversità che percorrono il nostro tempo. Così potremo trovare quella forza che accompagnò gli eroi del 21 settembre, senza avere paura di correre rischi, mettendoci sentimento, passione, intelletto.
Stiamo attraversando, a livello globale, “la più grave tragedia umanitaria dopo la seconda guerra mondiale”, come l’ha definita Papa Francesco. Siamo consapevoli però, che nell’emergenza, dobbiamo tutti fare qualcosa. E anche il nostro Comune in accordo con altre istituzioni, a cominciare dalla Prefettura, sta facendo il possibile per garantire accoglienza, assistenza, integrazione.
Dinanzi alla crisi umanitaria dei profughi afghani il Comune di Matera intende fare la propria parte, per assicurare supporto e accoglienza in particolar modo alle persone più fragili: bambini e donne che rischiano di restare vittime di violenze e soprusi.
Anche a Matera, così lontana geograficamente, spetta il dovere di fare il possibile per sostenere la società civile afgana in questa lotta impari contro un gruppo armato e violento. Sabato scorso abbiamo accolto il primo nucleo di 11 persone provenienti dall’Afghanistan. Non avremmo potuto mettere in atto iniziative di accoglienza e di solidarietà se non ci fosse stato il contributo della comunità cittadina, della società civile, del terzo settore, delle associazioni, dei volontari.
La solidarietà che i materani hanno dimostrato e stanno dimostrando anche in questo
frangente non è una novità. La nostra è una città che ha imparato la solidarietà anche da quegli eroi che il 21 settembre del ’43 difesero la libertà e l’uguaglianza. Ecco perché quei valori, la Resistenza, trovano ancora significato nel raggiungimento della vita piena per ogni individuo.
Non disperdiamo mai quel vento che soffiò il 21 settembre. In fondo, la Resistenza continua.
Grazie di cuore e buon 21 settembre a tutti”.