Domani alle ore 19:00 presso il Centro sociale “Prof. G. Lorusso” in Filiano, si
svolgerà la manifestazione finale del Progetto “Come racconto la storia del mio Paese”, promosso dall’Associazione Pro Loco di Filiano e locale Biblioteca con il patrocinio del Comune di Filiano e Unpli Basilicata.
Il progetto coordinato dall’operatore di Biblioteca Vito Sabia e curato dagli Operatori di Servizio civile Pro Loco Mericamen Caraffa, Maria Gruosso, Luca Pace, Mariacarmela Santoro e Angelo Zaccagnino, ha proposto ai ragazzi – di età compresa tra i 10 e i 12 anni – un viaggio che li ha portati alla scoperta del proprio paese, che se è per certi versi il più vicino ai nostri ragazzi è per loro ancora sconosciuto, ricco di sorprese e tutto ancora da esplorare. Con il progetto “Come racconto la storia del mio Paese” la Pro Loco di Filiano – presieduta da Maria Santarsiero – si è aperta ancora una volta verso il territorio e attraverso un percorso di ricerca e di esplorazione i ragazzi hanno iniziato a conoscere in modo più approfondito le caratteristiche ambientali ma anche i monumenti, le chiese, i palazzi istituzionali, gli usi e le tradizioni, e a vivere diversamente il loro paese di appartenenza, grazie anche al coinvolgimento di altre figure presenti sul territorio. Il progetto è stato articolato in cinque unità di apprendimento: Pitture rupestri, il Comune, le Chiese, Palazzo Corbo e Usi, costumi e tradizioni. Durante la serata finale i partecipanti al progetto esporranno brevemente le loro ricerche – frutto di documentazione e studio – coinvolgendo i cittadini presenti. Inoltre, sarà proiettato un video riepilogativo degli incontri svolti.
«Penso che quello che stiamo facendo sia molto importante perché spesso, camminando per le vie del nostro paese, non riusciamo a renderci conto di bellezze e dei particolari che ci circondano», racconta Vito Sabia. «L’obiettivo principale del progetto è dare un futuro al nostro passato, abbiamo il dovere di tramandarlo e prendercene cura: ma per saper insegnare ad amare qualcosa, prima bisogna imparare ad amarla».