Dal ricorso d’emergenza alle modalità di lavoro da casa nella fase più acuta della pandemia, a una nuova forma strutturata e ordinaria di organizzazione del lavoro: si è discusso di questo nel webinar “Smart working: da necessità a opportunità” realizzato nell’ambito del ciclo di incontri promossi della Piccola Industria di Confindustria Basilicata.
La pandemia – ha spiegato il presidente Antonio Braia in apertura dei lavori – ha fortemente accelerato una trasformazione che era già in atto e che ci spinge oggi, in una fase di parziale ritrovata normalità, a una riflessione, utile alle nostre imprese, sulle opportunità legate all’utilizzo del lavoro agile ma anche sui rischi che ne possono derivare. Lo smart worker ha sicuramente maggiore possibilità di conciliazione vita/lavoro, con ricadute positive in termini di motivazione e quindi anche di performance professionali. D’altro canto – ha aggiunto il consigliere del Comitato Piccola Industria, Gennaro Claps che ha introdotto gli interventi – bisogna tener conto dei problemi di sicurezza informatica che ne conseguono, e della necessità di una adeguata regolamentazione dei nuovi diritti-doveri dei lavoratori.
Argomenti che sono stati approfonditi dai relatori intervenuti nel corso dei lavori: Nicola Di Giusto, sales e marketing manager di Vianova spa si è soffermato sugli aspetti legati all’impatto sul settore delle telecomunicazioni, e in particolare su cloud e sui servizi di Unified Communication and Collaboration (Ucc) che racchiudono in un’unica piattaforma diverse tecnologie per lo smart working per la collaborazione e la comunicazione a distanza, come la telefonia, l’email, la messaggistica in chat, le videoconferenze, la videopresenza, la condivisione del desktop e la condivisione di file.
Maura Frusone, head of channel kaspersky, ha invece evidenziato l’importanza e l’urgenza di ripensare la gestione della sicurezza informatica aziendale. L’ecosistema di cybersecurity adottato per difendere il perimetro aziendale ha necessariamente bisogno di essere rivisto ben oltre lo spazio lavorativo classicamente inteso, garantendo la massima sicurezza dei dati anche da luoghi distanti, con connessioni non aziendali, e da dispositivi che a volte possono essere anche quelli personali.
Ernesto Belisario, avvocato ed esperto di diritto di tecnologia e innovazione nella Pubblica Amministrazione, si è soffermato sugli aspetti normativi dello smart working partendo dalla revisione radicale del modello organizzativo dell’azienda che esso comporta, con un conseguente ripensamento delle modalità che caratterizzano il lavoro, ispirato ai principi di maggiore flessibilità. L’avvocato Belisario si è poi soffermato in particolare sul cosiddetto “diritto alla disconnessione”, al centro di un attualissimo dibattito.
“Le forme flessibili di organizzazione del lavoro – ha detto il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, nelle conclusioni – sono bacini di grandi opportunità di cui le imprese sono fortemente consapevoli, come dimostra il numero delle aziende, anche lucane, che hanno mantenuto tali forme anche dopo la fase più acuta dell’emergenza. Il tema va affrontato, comunque, con un atteggiamento di complessivo buonsenso, che tenga conto delle varie tipologie di lavoro, non tutte adattabili allo stesso modo ai canoni del lavoro agile, e che consenta di raggiungere un giusto equilibrio tra i diritti dello smart worker e una funzionale organizzazione del lavoro. Per questo riteniamo che tali aspetti vadano delineati sicuramente dentro a una più organica cornice di leggi nazionali e più dettagliatamente regolamentati attraverso la contrattazione aziendale e di secondo livello, sulla base delle specificità e delle necessità organizzative interne”.