“Quanto poteva essere strategico, visionario, utile  per la nostra comunità che il G20 Esteri e Sviluppo, presieduto dal Governo Italiano, avesse riconosciuto Matera e la Basilicata modello di sostenibilità? Cambiamenti climatici, acqua, foreste, patrimoni mondiali Unesco, Europa, transazione energetica ed ecologica, potevano essere tutti elementi da inscrivere nel macrotema “People, Planet, Prosperity”. Dovevamo essere consequenziali, come Basilicata, nella Matera blindata che ospita il G20, con quanto di straordinario abbiamo fatto, detto, dimostrato al mondo negli ultimi anni, culminati con la Capitale Europea della Cultura. Speriamo che questa passerella, incastrata tra Bari e Brindisi, non sia un’altra occasione persa, non sia solo facciata, una mostra ben pagata e fuori tema, tra i bei poster storici del 2 luglio sui muri, in un centro città ripulito.

Il G20 è ospitato nella nostra terra, sconosciuta fino a ieri, oggi pronta ad accogliere i 20 grandi del pianeta che definiranno le politiche estere e internazionali, che arriveranno con 500 delegati per 73 delegazioni di Ministeri degli Esteri e di organismi di cooperazione e 150 giornalisti internazionali. Abbiamo dato loro una location sicuramente straordinaria e garantite le ore di presenza e permanenza nel modo migliore possibile e questo genererà, ancora una volta, dal punto di vista mediatico, indubbio valore per tutti.”

Lo dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, Capogruppo di Italia Viva.

“Non sia, però, occasione persa. Al netto di qualche strada e di qualche aiuola rifatta per l’evento – prosegue il Consigliere Luca Braia – sarebbe veramente un peccato non essere riusciti a costruire qualcosa di caratterizzante per la Basilicata e, soprattutto, per Matera. Perché non dobbiamo essere solo apprezzati per la bellezza ma essere riconosciuti e legittimati a discutere, tra i grandi, sui temi e le progettualità che meritano risalto mondiale. Siamo la regione che ha oltre 330mila ettari di bosco, 650mila ettari coltivati di cui più del 20% ad agricoltura biologica, abbiamo la capacità di produrre e raccogliere un miliardo di metri cubi di acqua potabile all’anno, abbiamo una una storia e una cultura millenaria e resiliente.

Matera dovrebbe poter ergersi a città simbolo e città modello. Insieme alla Regione Basilicata si sarebbe dovuto lavorare per obiettivi e contenuti più alti, proprio alla luce delle tre parole chiave a cui dare priorità nell’agenda di discussione “Persone, Pianeta, Prosperità”, su cui la stessa Unesco sta costruendo il proprio posizionamento per il futuro. Rilanciare questi temi da un sito patrimonio dell’umanità, da un luogo su cui sono stratificati 8 mila anni di storia e su cui si trova anche la stazione di geodesia spaziale che guarda alle stelle e al futuro, sarebbe stato meraviglioso. 

Dai Sassi alle stelle, dal passato al futuro di una comunità resiliente, focalizzando anche l’attenzione, ad esempio, sull’inquinamento luminoso che caratterizza il mondo antropizzato e che rischia di offuscare agli occhi umani il cielo e le stesse stelle. Questo, con il tema della gestione della risorsa idrica oppure con quello della transizione energetica ed ecologica, erano le discussioni, insieme a messaggi importanti sulla sostenibilità del pianeta tutto, che potevano essere lanciate proprio dalla città di Matera in questi giorni.

Avremmo dovuto costruire un dossier e una serie di eventi su queste questioni, che avrebbero avuto grande visibilità e così farci legittimare a parlare, alla presenza dei capi di stato e di governo dei venti Paesi che messi insieme costituiscono oltre il 60% della popolazione, il 75%  del commercio globale e oltre l’80% del PIL dell’economia mondiale. Avremmo dovuto avere una visione strategica e osare di andare molto al di là di iniziative, quali le mostre fotografiche – seppure di rilievo – che non hanno altri obiettivi se non di raccontare solo la pur bella storia della nostra Basilicata, ma senza proiettarci al futuro e al racconto delle possibilità di viverlo in modo sostenibile, proprio partendo dalla Basilicata.

Tutte le nazioni indirizzano le loro attenzioni proprio su “People, Planet, Prosperity”  – conclude Braia – e tutto il recovery plan europeo da 750 miliardi di euro  è finalizzato proprio a rendere il pianeta più sostenibile. Era questo del G20 il momento di farci legittimare per diventare una regione e una città modello. Di Matera, terza città più antica al mondo abbiamo già raccontato tante cose, tra cui proprio la capacità di raccogliere e utilizzare  l’acqua, bene pubblico da cui si genera la vita, nella storia, tanto da essere riconosciuti Patrimonio dell’Umanità Unesco prima, e poi Capitale Europea della Cultura. 

La Basilicata è la regione dell’energia, come ben abbiamo spiegato anche all’Expo Internazionale 2017 di Astana, Kazakhstan e come faremo anche a Dubai. E’ anche la terra d’Italia che contestualmente raccoglie  più acqua con le sue dighe e i suoi  invasi. Terra di sole e di vento da secoli, fonte inesauribile di energia rinnovabile, ancor prima di essere la regione che produce il 90% dell’oro nero italiano. Sicuramente abbiamo, con questi presupposti, il diritto a rivendicare di poter essere modello di quella transizione energetica che oggi è l’obiettivo prioritario del nostro Paese, dell’Europa e dei continenti del mondo. 

Era, allora, questo il momento di rimettere la Basilicata al centro delle politiche del mezzogiorno e non solo, nuovamente davanti ai riflettori mondiali non solo per la bellezza e il turismo che indubbiamente ne gioverà dopo l’evento, ma per il modello che a pieno titolo possiamo rappresentare. Sempre se il Governo Regionale cominciasse realmente a crederci, al di là di tante parole e occasioni che si continuano a sprecare.”