Potenza, accesso alla vaccinazione nelle tensostrutture donate dal Qatar, «la situazione è ancora ben lungi dall’essere “normale”»: con queste parole, il consigliere comunale di Potenza Vincenzo Telesca, è intervenuto sulla difficile situazione che, dal “via libera” per tre giorni decretato dalla Regione nelle scorse settimane e che innescò le proteste dei cittadini per l’affollamento e i disservizi che si registrarono, «non è affatto migliorata».

«Una situazione giornaliera critica – ha sottolineato Telesca – e per la quale altrettanto quotidianamente assistiamo a proteste e lamentele d’ogni sorta della cittadinanza». Secondo il consigliere comunale, le criticità in questo senso si registrano in modo particolare «all’esterno e nell’atto di accedere alla tensostruttura», nonostante ai cittadini «vengano poi dedicate tantissime attenzioni dai volontari della Protezione civile, dagli infermieri e dai medici una volta all’interno».

«Così come accadde all’inizio – ha poi asserito Telesca – ancora oggi si assiste alla formazione di code lunghe all’esterno di cittadini, che devono restare in fila per diverso tempo prima di accedere alle vaccinazioni. Spesso, attese che si protraggono per ore e che vedono tante persone, anche di una certa età, attendere senza che vi sia un gazebo per ripararsi o addirittura un servizio essenziale come la toilette».

Ma i problemi non si limitano a quanto sin qui elencato: «In aggiunta – ha sottolineato Telesca – non v’è ancora traccia di un eliminacode, con un ipotetico display in grado di informare chiaramente i cittadini del numero attualmente “servito”. Le persone, in sostanza, restano nell’incertezza per diverse ore, senza avere le informazioni minime sullo svolgimento del servizio».

Un contesto, quindi, complicato e mal organizzato in piena emergenza pandemica, anche perché, come ha ricordato Telesca, «la struttura non serve solo i cittadini di Potenza, ma l’intera provincia del capoluogo. Quindi, il disservizio diviene esponenzialmente più impattante se, appunto, a subirlo sono persone che abitano lontano da Potenza».

Ma, naturalmente, per ogni situazione critica v’è anche una altrettanto cruciale responsabilità: «Questa organizzazione da “terzo mondo”, poteva essere giustificata nei primissimi giorni dell’avvio dei meccanismi sanitari, ma non oggi e a tre settimane circa dagli assembramenti e dalle criticità riscontrate dopo il “via libera” della Regione. Sicuramente il Comune di Potenza sarebbe potuto intervenire considerato che il servizio viene svolto nel suo territorio ma, non tutto è ovviamente attribuibile all’amministrazione potentina».

Secondo Telesca, infatti, «il fulcro della disorganizzazione complessiva è da attribuire all’Asp. Una disorganizzazione colpevole, il cui effetto deleterio è ulteriormente amplificato in ragione del tanto tempo, sin qui avuto, per meglio imbastire i meccanismi di accesso alla somministrazione dei servizi sanitari essenziali». Telesca, infine, conclude: «È urgente che si ponga rimedio in celerità alle criticità sin qui riscontrate, anche e soprattutto in vista dei mesi più caldi dell’anno. È impensabile immaginare l’ipotesi di cittadini costretti ad ore di fila sotto il sole di luglio o agosto per poter accedere al vaccino».