“Urge affrontare e risolvere la sfida Covid-19 che si deve vincere nei territori insieme alle comunità locali. Ci sono oggi numeri da profondo rosso: indice di positività odierno al 14,68% contro il 12,6% di ieri. Il Covid-19, intanto, ha ripreso il suo attacco al Metapontino. I nuovi contagi rinvenuti ieri, infatti, sono stati ben 38, ben 35 in più rispetto al report di ieri. I test molecolari analizzati nelle 24 ore precedenti sono stati 1450, a fronte dei 1460 di lunedì, con i nuovi casi a 213 (con 3 non lucani) rispetto ai 184 (cinque non residenti) di due giorni fa. Da qui l’incremento di 3 punti del tasso di positività. Ma siamo come organizzazione da ridicolo”.
Lo sostiene il Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano per il quale, “mentre tutti gli altri comuni si sono attrezzati per individuare sedi idonee, nel Comune di Policoro non si è stato in grado di fornire soluzioni. Ma l’individuazione del Distretto Sanitario di Via Moncenisio a Policoro quale Hub vaccinale è irricevibile in quanto penalizza l’utenza con allocazione di ambulatori in altre sedi o stipati al primo piano senza sala d’attesa, in coesistenza con altri servizi distrettuali- territoriali, con possibili pericolosi assembramenti: tutta l’utenza che asserisce ai più svariati servizi, è costretta a sostare in un angusto corridoio senza rispettare la pur minima distanza di sicurezza alla barba dei protocolli anti Covid. Parliamo di un luogo sanitario pubblico dove la salute e prevenzione pandemica dovrebbero essere prioritari”.
Il Segretario Ugl Giordano, ribadisce la necessità di un rapido cambio di passo nella location per la campagna vaccinale, come previsto nel piano nazionale appena presentato dal Governo. La soluzione individuata di Policoro non è in sicurezza, non è decorosa per l’utenza e per il personale sanitario che vi opera, è penalizzante per i cittadini, perlopiù anziani costretti a girovagare in altri comuni alla ricerca dei sanitari specialistici per altre patologie. È vero che è emergenza ma, i servizi non possono essere smantellati. Senza parlare della coesistenza del servizio Sert dove i pazienti sono costretti a dire i loro problemi o del perché si recano in tale alloggiamento agli addetti della Protezione civile per aver il consenso ad accedervi e poter passare per andare in ambulatorio. Così – conclude Giordano – è una vera e propria violazione di privacy: insomma vaccinarsi si ma con decoro, rispetto, privacy, sicurezza per gli utenti, per gli operatori, senza penalizzare altri servizi specialistici”.