Con oltre duecento donazioni, Pietro Calciano, chiude un capitolo importante della sua vita di volontario. Un percorso iniziato nel lontano 1970 appena ventenne che oggi con il raggiunto limite di età , settantant’anni da compiere nei prossimi giorni, non potrà più donare , ma il suo esempio è un modello a cui molti si ispirano e possono ispirarsi in questa fantastica gara della solidarietà. Visibilmente commosso quando, alzatosi dalla poltrona per l’ultima volta, ha trovato intorno a se ad accoglierlo lo staff sanitario il dottor Vicenzo Denisi e l’infermiere Gaetano Grieco oltre che ad alcuni dirigenti e donatori. Un piccolo gesto simbolico del taglio della torta con impresso il numero di donazioni per dire grazie a Pietro Calciano per la passione, la costanza e la dedizione dimostrata in questi lunghissimi anni. Un grazie che lo stesso Pietro ha voluto restituire ai presenti raccontando la sua prima donazione e ci ha tenuto a sottolineare che lui non ha fatto niente per meritare questo grazie, anzi il contrario se ormai per la comunità grassanese la cultura del dono del sangue è una realtà affermata, questo lo si deve a tanti volontari, medici e infermieri che in questi lunghi anni hanno dedicato il proprio tempo nell’ organizzazione di giornate di raccolte tanto da permettere a molti donatori di essere di aiuto e supporto ai Centri Trasfusionali non solo Regionali.
“Era il 1970 e mi trovavo all’ospedale civile di Matera per una visita”, ha spiegato Pietro Calciano, “ quando una mia compaesana, una signora anziana, venne verso di me riconoscendomi e tutta preoccupata mi raccontò che il marito era ricoverato in condizioni gravi. I figli erano emigrati in Germania e a lei avevano chiesto delle unità di sangue per suo marito, ma ci volevano circa 800 mila lire perché all’epoca il sangue si comprava dai donatori. Le diedi coraggio e le dissi non ti preoccupare vengo io a donare per tuo marito gratis. Da quel giorno per dieci anni, quando potevo, mi recavo all’Ospedale di Matera e effettuavo la mia donazione anonima fino a quando a Grassano nel 1980 nacque la sezione di volontariato, all’allora si chiamava ADVOS e non ho mai interrotto, anzi con la possibilità di donare il plasma per alcuni anni ne facevo una la mese”.
“Non ci sono parole per dire grazie ai tanti piccoli gesti di Pietro” ha esordito il presidente della Fidas Grassano Carlo Loiudice, “la sua grande generosità è un vero stimolo per noi donatori nell’impegnarci giornalmente per contribuire al benessere di chi ha bisogno. La straordinarietà di Pietro , oltre che nell’alto numero di donazioni, è per la sua determinazione nell’essere stato tra i fautori di un cambio di un modus operanti nel sistema sanitario di quegli anni quando il sangue si pagava. E’ anche grazie a lui che oggi parole come: donazione volontaria, gratuita e anonima sono la forza di questo messaggio di altruismo verso il prossimo”.