Esprimo immenso cordoglio per la barbara e vile uccisione di due servitori dello Stato italiano, l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, e del loro autista, Mustapha Milambo, caduti nell’adempimento dei loro doveri, nell’ambito della missione di pace in cui erano quotidianamente impegnati nella Repubblica del Congo.

Il giovane ed indimenticabile ambasciatore italiano, appena 4 mesi fa, aveva vinto il Premio Nassiriya per la pace “per aver contribuito alla realizzazione di progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo a sostegno delle persone in difficoltà”.

Il giovane carabiniere, per guadagnarsi il pane e sostenere la sua famiglia, era addetto al servizio di scorta, mentre il povero indigeno aveva il compito di trasportarli in una terra non del tutto conosciuta.

L’atroce attentato contro il convoglio delle Nazioni Unite a Goma (Congo) fa tornare alla mente di noi lucani l’analogo tragico episodio che, quasi 60 anni fa, costò la vita al Sergente maggiore  Nicola Stigliani, uno dei 13 avieri trucidati a Kindu, ex Congo Belga, l’11 novembre del 1961.

Anche Stigliani faceva parte di una missione di pace per conto dell’ONU per assistere le popolazioni locali. L’agguato, da parte di ribelli congolesi, fu posto in essere proprio alla vigilia del suo rientro nella nativa Potenza.

La perdita di queste valorose persone deve indurre la comunità lucana e le istituzioni che la rappresentano a rinnovare, con maggiore vigore, i sentimenti di gratitudine nei confronti dei servitori dello Stato, che all’estero tutti i giorni rischiano la vita.

CARLO TREROTOLA- consigliere regionale “Prospettive Lucane”-