Il tema dell’accoglienza e dell’immigrazione è da sempre al centro della nostra vita quotidiana sia politica che sociale. Tra fake news e informazioni stravolte il più delle volte per fini elettorali, è importante avviare campagne di sensibilizzazione e verità sul tema che introducano più forme di comunicazione e arte.

Arci Basilicata da circa un decennio è impegnata in progetti di accoglienza di richiedenti asilo. Sono circa una quindicina i comuni interessati e gli ospiti (spesso giovani migranti, minori non accompagnati, ragazze madri o famiglie) vengono impegnati in progetti di inclusione, formazione e inserimento lavorativo.

Per il secondo anno (nonostante la pandemia) Arci Basilicata prova a cimentarsi nell’ambito dello spettacolo, attraverso una iniziativa (festival) che abbiamo chiamato “Sud Earth”.
“L’arte come unione dei popoli”, con questo incipit il progetto artistico “Sud Earth” prova a riunire tutte le nobili arti, ovvero musica, danza e teatro, con uno sguardo che parte da SUD. Mettendo assieme le varie culture di tutti i popoli a Sud del mondo, si cimenta nella produzione di uno spettacolo di arti performative, mescolanze di lingua, usi, costumi, colori, movimenti e stili. Abbiamo inteso dare a “Sud Earth” – come direzione ideale o come orizzonte metafisico – una torsione interpretativa (sul piano artistico, per l’appunto) che ha provato ad aprire una sorta di viaggio partendo e attraversando la cultura mediterranea e, più in generale, la cultura, come incontro, dialogo, confronto ma finanche contrapposizione dialettica.

Quest’anno, costretti dalle esigenze sanitarie, proveremo a dar vita ad uno spettacolo, nella cornice offerta dal teatro “Stabile” di Potenza e senza pubblico per via delle norme anticovid in cui artisti affermati o in erba vengono affiancati da giovani migranti che hanno seguito laboratori nelle diverse discipline artistiche e che proveranno ad esibirsi sul palcoscenico. Il valore di quest’incontro non è -o non è solo- artistico in senso stretto ma culturale nel senso più ampio di questa parola, intesa come conoscenza per la trasformazione dell’esistente.

Per l’occasione in un format che abbiamo immaginato come “televisivo” (snello e fruibile in video) ospiteremo artisti affermati che avranno modo di esibirsi ma al tempo stesso di conoscere e, anche grazie a loro, far conoscere questa nostra realtà.

Per noi è importante approfondire insieme a diverse sensibilità cosa significa essere o sentirsi straniero o semplicemente diverso al giorno d’oggi e perché mai parole come accoglienza e solidarietà siano diventate indicibili ed ormai utilizzate in una accezione negativa, in cui l’umanità sembra degradare per lasciare spazio alla paura (paura legittima ma rischia di tramutarsi in odio).

Saremmo lieti di poter ricevere oltre una riflessione su questo un contributo sottolineando il valore e l’impegno delle istituzioni (soprattutto quella regionale “piano dello spettacolo) per una idea di cultura che sia incontro (dialettico) dell’altro e confronto nel rispetto delle diversità. Un confronto che genera cultura. Una tre giorni, dal 19 al 21 febbraio in cui sarà realizzata questa performance sotto la guida del direttore artistico Manuel Tataranno.

Per l’evento saranno con noi diversi amici e artisti che hanno a cuore il tema dell’accoglienza e della solidarietà: da Peppone Calabrese a Rocco Papaleo e Dino Paradiso, passando per Neri Marcorè e Krikka Raggae, Lucrezia Lando e Marco De Angelis, fino ad arrivare al cabaret del trio potentino “La Ricotta” e all’energia dei Sud Sound System.

Ma ci sarà spazio anche per monologhi ed esibizioni dei ragazzi dei nostri centri Sprar e saluti di amici del calibro di Eugenio Finardi e Brunori Sas.