Il sistema produttivo lucano deve evolvere verso un modello sostenibile di sviluppo in grado di coniugare equilibrio ambientale, economico e sociale. La nuova fase di programmazione di cui la Basilicata ha bisogno dovrà favorire questa trasformazione.
“Investire per ridurre le emissioni, lavorare per sviluppare tecnologie che consentano di realizzare e accelerare modelli di economia circolare non rappresentano più solo una scelta etica ma la garanzia dell’evoluzione dell’attività produttiva. La sostenibilità è sempre più elemento strategico di competitività sui mercati, nel medio e lungo termine, e chiave per accedere alle ingenti risorse europee e nazionali disponibili per la ripartenza”. Lo ha spiegato il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco *Somma*, che ha dato avvio ai lavori del convegno “Sostenibilità: leva di sviluppo per l’economia regionale” promosso da Confindustria Basilicata con la partnership esclusiva di Eni. L’iniziativa ha coinvolto alcune delle voci più autorevoli del panorama nazionale che hanno fornito un qualificato contributo sul tema specifico.
“L’Italia, con una forte vocazione manifatturiera sostenuta da un sistema produttivo vitale – ha dichiarato Maria Cristina *Piovesana*, vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Ricerca – ha dimostrato da tempo di essere tra i primi player in tema di
sostenibilità”. Le stime riportate dalla vicepresidente indicano che nel nostro Paese il numero di imprese dell’industria e dei servizi che hanno investito nel periodo 2015-2019 in prodotti e tecnologie ad alto impatto ambientale sono circa 432.288, con una quota sul totale pari al 31,2%. Quindi un’impresa su tre dell’intera imprenditoria extra-agricola con dipendenti e, per il solo settore industriale, di 142.008 imprese (34,4% del totale). “Numeri che dimostrano – ha continuato – come il sistema imprenditoriale abbia colto l’opportunità economica connessa agli investimenti in campo ambientale, soprattutto se indirizzati all’innovazione tecnologica e all’efficientamento di processo. Tuttavia, occorre consolidare queste performance, implementando l’azione di semplificazione normativa e amministrativa in materia ambientale ed energetica”.
Sulla crisi pandemica come starter di occasioni è intervenuto Enrico *Giovannini*, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile che ha evidenziato come l’Europa abbia avuto un ruolo straordinario nel dare centralità ai temi della sostenibilità. L’ex ministro, però, ha lanciato l’allarme rispetto al rischio che l’Italia arrivi impreparata alla grande sfida del Piano Next Generation Eu e agli obiettivi di transizione energetica a causa della mancanza di una visione entro la quale sviluppare la programmazione.
La discussione ha riservato poi un focus più specifico alle questioni lucane, attraverso gli interventi di Salvatore *Masi*, professore associato di Ingegneria Sanitaria Ambientale Università degli Studi della Basilicata, che si è soffermato sui temi dell’economia circolare, e Francesco *Fanelli*, assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, che ha assicurato grande apertura all’ascolto e al confronto con Confindustria e tutte la parti sociale e datoriali.
Il mondo della produzione lucana non è rimasto a guardare le profonde trasformazioni in atto, come hanno dimostrato le due testimonianze aziendali presentate dei lavori del convegno.
Francesca *Zarri*, Director Technology, R&D & Digital di Eni, ha spiegato il caso della multinazionale dell’energia: “Essere sostenibili oggi implica ripensare a tutto tondo alle proprie attività per integrarle al meglio nell’epocale transizione energetica che stiamo vivendo – ha spiegato mentre – Per questo Eni ha adottato un modello di business che, facendo leva sulle competenze interne, sull’applicazione di tecnologie innovative e sulla digitalizzazione, combina in modo organico il nostro piano industriale con i principi di sostenibilità ambientale e sociale. Le tecnologie digitali, ad esempio, ci hanno consentito di aumentare l’efficienza dei consumi energetici del Centro Olio Val d’Agri e di creare la sala controllo ambientale GEA (Geomonitoraggi Emissioni Ambientali), dove confluiscono e vengono elaborate, H24, informazioni sullo stato dell’ambiente del Centro Olio e delle aree afferenti. La sala GEA si inserisce in un contesto più ampio, rappresentato dal progetto Eni Energy Valley per la riqualificazione e valorizzazione del territorio adiacente al Centro Olio Val d’Agri.”
Francesco *Altieri*, amministratore delegato della DI LEO Pietro, ha raccontato invece come l’azienda alimentare di prodotti da forno abbia sposato già dalla candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura una più matura filosofia improntata ai parametri della ecosostenibilità, premiata di recente anche con Ecopackaging awards, il premio alle aziende che utilizzano packaging ecosostenibili. L’Ad ha infine illustrato l’ultimo progetto relativo alla nuova linea di biscotti “Fattincasa” realizzati con grano di filiera esclusivamente italiana, garantita dal marchio FDAI – Firmato Dagli Agricoltori Italiani, prodotto da una cooperativa della provincia di Matera.