“Plauso alla iniziativa dell’assessore Cupparo di destinare circa 6 milioni di euro alla riapertura in sicurezza delle scuole. Va esattamente incontro a quanto abbiamo chiesto con la nostra proposta del “pacchetto scuola” in un comunicato, seguito da una nota inviata e consegnata al Presidente Bardi nell’ultimo incontro e agli assessori competenti e poi anche notificata in Consiglio Regionale. Il fondo per la ripresa delle attività didattiche in presenza messo a disposizione dei Comuni della Basilicata per la fruibilità delle scuole e a garanzia del diritto all’istruzione era un provvedimento atteso.
Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva
Ora occorre proseguire in questa direzione, completando i vari pezzi di un lavoro che, per forza di cose, deve essere sinergico e sistemico. Riduzione assembramenti, trasporto scolastico, igienizzazione e sanificazione ambienti, bisogni educativi speciali, edilizia leggera, arredi e attrezzature, sono sicuramente un buon punto di partenza. Serve, però, aggiungere immediatamente una azione di coinvolgimento della Protezione Civile per controlli anti assembramento all’entrata e all’uscita da scuola, serve con urgenza effettuare tamponi rapidi a tappeto, proprio partendo dal personale che lavora nelle scuole e dalla popolazione studentesca.
Non esistono lucani di serie B ed il Covid non è solo nei capoluoghi ma sta mettendo in crisi molte città della nostra regione. Servirebbero almeno 250.000 tamponi rapidi per uno screening efficace dell’intera popolazione lucana e per quanti entreranno o rientreranno nella nostra regione anche in previsione degli afflussi turistici, se si vuole rilanciare l’immagine di una “Basilicata Sicura” utile per la ripartenza prossima e, per questo, non può certo bastare lo screening delle sole città di Matera e Potenza e i 50 mila tamponi rapidi richiesti alla Protezione Civile Nazionale. Ne servono non meno di 70 mila per lo screening dell’intera popolazione scolastica, da effettuare prima di rientrare a scuola, se confermata la data del 4 dicembre.
Ad oggi, come apprendiamo dai bollettini dei sindaci, ci sono una serie di comuni anche molto grandi, oltre Matera e Potenza, dove non si può attendere oltre per tracciare e arginare ogni possibile focolaio, prima che sia davvero troppo tardi.”