Questa volta ad assolverlo sono stati i giudici della corte dei conti di Basilicata con una sentenza depositata oggi nella cancelleria della sezione giurisdizionale di Potenza.

Quinto era stato chiamato dal procuratore regionale della Corte dei Conti a rispondere di un presunto danno erariale di circa 44.000 € per aver prorogato l’incarico dell’allora direttore sanitario Andrea Sacco.

Secondo la procura erariale quando, ad aprile 2015, Sacco avrebbe terminato per scadenza naturale l’incarico triennale ottenuto nel 2012, avrebbe dovuto definitivamente cessare da tutte le funzioni. Al contrario, Quinto, in virtù del fatto che il direttore sanitario individuato in esito ad nuovo avviso, non si determinava a sciogliere la riserva se accettare o meno l’incarico, aveva dapprima prorogato Sacco da maggio a settembre 2015 a titolo oneroso, poi, tenuto conto della perdurante impossibilità di individuare un nuovo direttore sanitario, disposto sempre a settembre la continuazione dell’incarico di Sacco a titolo gratuito, incarico che Sacco ha svolto, senza percepire un centesimo, sino ad aprile 2016.

Secondo la procura della corte dei conti di Basilicata la proroga dell’incarico avrebbe automaticamente procurato un danno al patrimonio dell’azienda sanitaria. Costituendosi nel giudizio erariale, l’avvocato difensore di Quinto, Vincenzo Montagna, aveva già in fase pre dibattimentale dimostrato, non senza una punta di provocazione, che l’operato dell’allora direttore generale, invece di far spendere di più, aveva fatto risparmiare addirittura quasi 80.000 € all’asm. Infatti, mentre la nomina di un direttore sanitario da maggio 2015 in poi sarebbe costato alle casse aziendali più di 123.000 €, la proroga di Sacco, era costata unicamente 44.000 €. La differenza è una sostanziosa economia di bilancio, che invece di essere riconosciuta ed apprezzata è stata addirittura causa di un giudizio erariale.

I giudici di merito della corte dei conti nella sentenza di assoluzione di Quinto hanno pienamente sposato questa tesi difensiva sino a bacchettare la procura per non aver verificato che l’azienda aveva ricevuto una corposa utilità dalle prestazioni del Dottor Andrea Sacco, medico di lunghissimo corso con tutti i requisiti di competenza e professionalità. L’indagine erariale era partita dall’esposto anonimo probabilmente di un cardiologo che si doleva della doverosa decisione dell’allora management aziendale di revocare un concorso primariale a Policoro.

Dopo cinque anni, finalmente, un giudice a Berlino, parafrasando Brecht, si è accorto che chi diceva la verità (Quinto) alla fine è stato scoperto. La proroga del dottor Sacco decisa da Quinto nella veste di direttore generale Asm, non solo era giusta a ed opportuna in quella circostanza, ma ha garantito all’azienda sanitaria di Matera prestazioni di elevatissima professionalità con un risparmio importante per le casse pubbliche. La Asm, hanno sentenziato i giudici contabili, dovrà anche risarcire Quinto delle spese legali sostenute per difendersi in questo paradossale giudizio contabile.