E’ un 2 luglio senza festa quello di oggi. Il silenzio per le strade della città stride con il ricordo di una tradizione che ha oltre sei secoli di vita. Non c’è stata la processione dei pastori, nessuna sfilata di cavalli e cavalieri. Nel silenzio di una città raccolta in preghiera ma non sconfitta, si respira l’orgoglio e la fierezza di una comunità che ha vissuto il trionfo della sua identità e che è ormai diventata un riferimento per il Sud che vuol rinascere, trasformando il suo capitale di storia nel volàno dello sviluppo.
In questi anni molto è stato fatto in questo senso. Non siamo rimasti a guardare gli spettacoli che nel 2019 hanno reso ancora più fascinosa Matera. Abbiamo invece immaginato il futuro della città, costruendolo pezzo per pezzo, tra mille difficoltà, tra tanti ostacoli ma con la convinzione e la forza di chi ha il coraggio di scegliere.
Questo non è però il giorno delle divisioni ma dell’unità di tutti i materani. Un giorno in cui lo spirito di identità, il bene che si vuole alla città viene sublimato dall’adorazione della Madonna della Bruna, la protettrice di tutti noi. E’ un giorno che anche senza festa conserva intatto il suo significato. Perché in una comunità, come in una grande famiglia, ci possono essere discussioni e divisioni, ma non si deve perdere mai di vista il legame che ci consente di sentirci parte di un organismo vivo, che esprime il suo vitalismo attraverso la comune appartenenza a dei valori che non devono essere mai messi in dubbio.
Matera è ripartita dopo il Covid 19. I media nazionali ed internazionali hanno ricominciato ad occuparsi di noi, della città esempio che, come una fenice, rinasce sempre più bella dopo le difficoltà. Una città che, ogni anno, ricostruisce il carro in onore della Madonna della Bruna sempre più bello, perché possa essere, il 2 luglio, nel giorno della festa, l’emblema di una comunità che non sta ferma, che vuol mostrare la sua bellezza, la sua capacità di progettare, la sua operosità silenziosa.
Ecco perché, il 2 luglio 2020 non deve essere ricordato come un segno di resa della città al virus ma come il simbolo di una città che ha dei valori che vanno al di là dell’esteriorità di una festa popolare. Matera riparte dai suoi valori più intimi, dal silenzio del 2 luglio, per immaginare il prossimo 2 luglio, in cui i colori appariranno ancora più forti. Come quando, attraversato il buio della notte, ci s’imbatte nell’alba dei pastori che portano il quadro della Vergine e che annunciano alla città che il nuovo giorno, quello più lungo e intenso, è ricominciato.
Articolo: www.comune.matera.it