Il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, e il presidente della Sezione Edili, Claudio Nuzzaci, esprimono compiacimento per la nomina, da parte del presidente della Regione Vito Bardi, del Commissario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, il dott. Domenico Tripaldi.
Infatti, rappresentando un tessuto imprenditoriale in possesso di tutti i requisiti necessari per l’esecuzione delle opere, Confapi Matera ha a lungo sollecitato la nomina del Soggetto attuatore del programma sul dissesto idrogeologico. Il programma prevede opere già progettate per 200 milioni di euro, quasi tutte ancora da appaltare, cui si aggiungerebbero altri 200 milioni di un prestito Bei annunciato da anni e mai concretizzato.
Il presidente De Salvo ricorda che la Regione nel 2014 ha messo a punto un piano d’interventi che riguarda ben 107 comuni su 131 e che a oggi, sebbene abbia ottenuto le risorse finanziarie necessarie, non è stato ancora attuato, se non per pochissimi interventi appaltati, con il risultato che il territorio continua ad avere problemi di dissesto e le imprese a non avere occasioni di lavoro.
Dopo tanti annunci, finalmente si parte e, conoscendo le capacità del dott. Tripaldi, ci sono ottime possibilità che questa volte le opere saranno appaltate in tempi ragionevolmente brevi, accelerando le procedure burocratiche che in questi casi sono più asfissianti del solito. Un’altra buona notizia riguarda la possibilità di velocizzare i pagamenti degli interventi minori già realizzati che, paradossalmente, non sono stati ancora saldati, col risultato di creare disagio nelle piccole imprese esecutrici.
Dopo la nomina del Commissario delegato – dichiara il presidente degli Edili Nuzzaci – auspichiamo tempi certi sulle gare di appalto e sulla cantierizzazione delle opere. I benefici ricadranno sia sul fragile territorio lucano e sulle popolazioni interessate, sia sull’economia del settore edile, che coglierebbe l’occasione per rilanciarsi. I cantieri edili, infatti, sono un volano potenziale per rimettere in moto l’economia dopo l’emergenza epidemiologica.
Inoltre, oltre alle strade e agli abitati, anche le aree industriali, come per esempio la Valbasento, con le aziende alle prese con allagamenti, fango e detriti e col fiume che rischia di esondare, vivono una situazione idrogeologica di estrema precarietà in cui occorre intervenire subito.