Il sindaco di Acerenza, Fernando Scattone ha comunicato alla cittadinanza che in data 20 Maggio 2020 è stata resa nota la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Basilicata, con la quale si accoglie e quindi si annulla gli atti, la delibera consiliare impugnata dalla società ricorrente Telecom Italia Spa.
“Si è persa una battaglia ma non la guerra – afferma in prima battuta il Sindaco Fernando Scattone – Si tratta di una prima vicenda giudiziaria, durata ben 9 anni con la quale la società ha impugnato presso il TAR Basilicata la delibera di Consiglio Comunale n. 23 del 24.06.2011 con la quale si era disposto, unanimemente la delocalizzazione di un grosso impianto di telefonica mobile e fissa. Si tratta di un impianto di telefonia preesistente alla delibera, installato sul territorio comunale quando l’intera area era identificata come agricola. La stessa area, nel corso degli anni è diventata centrale rispetto all’intero contesto urbano con una collocazione logistica che la colloca, addirittura nelle strette vicinanze delle scuole acheruntine oltre che a diversi condomini”.
Diversi nel corso degli ultimi decenni le sollecitazioni giunte da cittadini singoli ed associati che hanno indotto le amministrazioni comunali a chiedere alla società la delocalizzazione degli impianti in questione, tanto che la stessa delibera impugnata del 2011 è frutto di una petizione popolare sottoscritta da centinaia di cittadini.
Con la delibera del 2011 l’Amministrazione Comunale invitava Telecom Italia spa a spostare l’impianto in altra località del territorio comunale, Monte la Guardia, come da regolamento urbanistico comunale e come previsto altresi dal piano comunale di localizzazione per l’installazione di impianti di tele radiocomunicazioni.
“La sentenza – conclude il sindaco Fernando Scattone – come tutte le sentenze vanno rispettate ma non vi è dubbio che ci lascia perplessi e poco sereni, tanto che l’Amministrazione Comunale sta seriamente valutando, dopo le opportune verifiche con il proprio legale di fiducia, tutte le iniziative per continuare la battaglia iniziata qualche anno fa, ivi compreso l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato”.