“L’emergenza sanitaria ha determinato sul settore agroalimentare un impatto negativo che varia da comparto a comparto con picchi anche del 100% per realtà economiche come le imprese florovivaistiche e gli agriturismi, quest’ultimi colpiti dalla chiusura di migliaia strutture. Particolarmente danneggiate anche le imprese che esportano, con diminuzioni superiori al 70% delle proprie attività e che stanno subendo cancellazioni di commesse anche per le difficoltà alle frontiere; tale condizione di criticità è, infine, acuita dal crollo di tutti i comparti collegati al canale Ho.re.ca (vitivinicolo, ortofrutticolo, zootecnico). Ad aggravare la situazione, si aggiungono fenomeni speculativi e carenza di manodopera nei campi”.
Così il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, e quello regionale, Antonio Pessolani, si rivolgono, in una lettera, al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. “In tale situazione è ragionevole stimare che almeno il 50% delle imprese – segnatamente quelle piccole e medio piccole e quelle legate alla multifunzionalità – abbiano necessità di immediata liquidità. In gioco c’è una filiera allargata – evidenziano Prandini e Pessolani – che in Italia vale oltre 538 miliardi e che, proprio con l’allarme globale provocato dal Coronavirus, ha confermato il valore strategico del cibo e delle garanzie di qualità e sicurezza del made in Italy agroalimentare. A garanzia e tutela di tale valore, è d’obbligo intervenire sulle molteplici problematiche che proprio l’emergenza sanitaria ha fatto emergere, mettendo a nudo tutte le fragilità del nostro sistema: dalla carenza di infrastrutture in termini di trasporti e logistica, alla sopra citata mancanza di manodopera”.
Per Prandini e Pessolani “ è soprattutto necessario intervenire su quelle dinamiche determinate da una sovrastruttura burocratica che molto spesso genera ritardi nell’espletamento delle procedure che incidono sulla liquidità per le imprese. A seguito della pandemia, la Commissione Europea ha emanato importanti provvedimenti volti a semplificare e facilitare l’erogazione degli aiuti alle imprese. Tra questi, nell’ambito dello Sviluppo Rurale, particolare rilevanza assumono i provvedimenti relativi alla semplificazione dei controlli e alla flessibilità nell’utilizzo degli strumenti finanziari. In particolare, in merito ai controlli, quanto introdotto consente una forte semplificazione delle erogazioni degli aiuti per le domande non ancora evase, soprattutto per le operazioni inerenti gli investimenti aziendali”.
Per il presidente nazionale di Coldiretti e per quello regionale, “alla luce di tali misure, è dunque necessario, e per questo sollecitiamo un diretto intervento della Regione, procedere celermente alle erogazioni degli aiuti alle imprese, con particolare riguardo alle misure e relative graduatorie riguardanti investimenti già avviati dalle imprese e per i quali si attende solo l’erogazione dell’aiuto. Inoltre, si ritiene necessaria, laddove possibile, un’accelerazione dei decreti di pagamento e della semplificazione delle relative procedure. I suddetti interventi consentirebbero, insieme all’erogazione degli anticipi dei pagamenti diretti e delle misure di sostegno dello sviluppo rurale relative alla superficie e agli animali, un’importante iniezione di liquidità alle imprese che, come detto –concludono Prandini e Pessolani – stanno subendo ingenti perdite di fatturato a causa dell’emergenza”.